Tutto il mondo teme l’avanzata della variante Omicron, che in pochi giorni dalla sua scoperta in Sudafrica ha già valicato i confini di diversi continenti, dall’Europa all’Australia. «È una corsa contro il tempo» per capirne di più e adottare le contromisure giuste, sottolinea la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen mentre Londra, presidente di turno del G7, ha convocato per domani (lunedì 29) una riunione d’emergenza dei ministri della Sanità del Gruppo.
Israele e Marocco chiudono le frontiere
Lo spettro di un’ennesima accelerazione della pandemia sta facendo tornare restrizioni e confini blindati che si sperava fossero stati archiviati dopo l’annus horribilis del 2020. Come in Israele e Marocco, che hanno chiuso le frontiere, nel giorno in cui in Olanda è entrato in vigore il semi-lockdown. Non chiude invece il Sudafrica, che però valuta l’ipotesi di un obbligo vaccinale.
Sulla Omicron gli scienziati lavorano per capire come si sia sviluppata, quanto sia pericolosa e quanto possa aggirare gli attuali vaccini. Per i medici sudafricani, che per primi si sono trovati a studiarla, i sintomi dei contagiati sono «lievi», ma le sue numerose mutazioni (forse 10, rispetto alle 2 della Delta e alle 3 della Beta) la rendono un ibrido mai visto prima, e quindi degno della massima attenzione. «Ci vorranno due-tre settimane per avere una visione completa», ha spiegato Ursula von der Leyen, rinnovando la sfida ad accelerare con «vaccini e terza dose».
Nel frattempo, i governi si impegnano per non vanificare gli sforzi condotti finora. Israele, apripista della risposta al Covid, avendo immunizzato per primo l’intera popolazione, ha chiuso i confini. Il Marocco ha sospeso i voli in arrivo, per due settimane: un provvedimento non di poco conto, se si considera la vocazione turistica del Paese nordafricano.
La lista rossa della Gran Bretagna
In Europa la Gran Bretagna ha la lista rossa più lunga tra i Paesi dell’Africa australe da cui è vietato viaggiare, ma a Londra vogliono rafforzare le proprie difese. Nel Regno sono stati registrati tre casi di Omicron ed in gioco c’è la possibilità di “godersi il Natale con le famiglie», ha sottolineato il ministro della Salute Sajid Javid, E martedì scatterà l’obbligo di mascherina nei negozi e nei trasporti, e l’obbligo di test monoclonale per tutti gli arrivi, con quarantena fino al risultato.
La variante si fa strada in Europa
Nel Vecchio Continente la nuova variante continua a crescere in sempre più Paesi, e tutti i positivi sono persone in arrivo dall’Africa australe. La Danimarca si è aggiunta a Belgio, Repubblica Ceca, Italia e Germania, c’è un caso sospetto in Austria. Poi c’è l’Olanda, dove quasi sicuramente ci sono diverse decine di casi di Omicron (almeno 13 accertati) tra i passeggeri di due voli di rientro dal Sudafrica. Proprio in Olanda è appena scattato il semi-confinamento, con la chiusura di ristoranti, bar, negozi non essenziali, cinema dalle 17 alle 5: un giro di vite deciso prima dell’arrivo di Omicron, ma che forse può scongiurarne il dilagare.
Primi casi in Australia e in Asia
La nuova variante, in effetti, grazie ai voli intercontinentali è in grado di percorrere migliaia di chilometri. Così dall’Africa è arrivata fino in Australia ed in Asia, con i primi casi a Hong Kong. Negli Usa «colpirà inevitabilmente», ha sottolineato il virologo Antony Fauci, puntando il dito contro un tasso di vaccinazione stagnante che rischia di portare ad una «quinta ondata». In Sudafrica, da quanto Omicron è stata rilevata, il tasso di positività è schizzato al 9,2%. Mancano ancora i dati su quanti contagi siano legati alla variante, ma gli esperti internazionali ritengono che con vaccinazioni così basse (il 24% della popolazione) il nuovo ceppo potrà fare più danni rispetto a Paesi in cui sono già partite le terze dosi. A Cape Town, tuttavia, l’attesa nuova stretta per contenere il virus non c’è stata. Il presidente Cyril Ramaphosa, parlando alla nazione, ha annunciato soltanto l’istituzione di un gruppo di lavoro per valutare la possibilità di un obbligo vaccinale «per attività e luoghi specifici». Ed ha lanciato un appello al mondo perché elimini il bando «punitivo» dei voli. Un appello rilanciato oggi anche dall’Oms.
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