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Coronavirus, la stretta di Singapore: niente cure ai no vax

Singapore

Una crociata contro i no vax, che dovranno pagarsi le cure senza l’aiuto dello Stato: Singapore ha scelto la linea durissima per contenere la quarta ondata della pandemia, mettendo in chiaro che solo con l’immunizzazione di massa se ne potrà uscire. Accelerare con i vaccini deve essere la priorità anche in Europa, secondo l’Oms, che ha messo in guardia da un inverno che si preannuncia «duro». Anche nei Paesi in cui c’è già una buona copertura della popolazione, ma non ancora totale. Un monito per i governi, che stanno correndo ai ripari, a partire dalla Gran Bretagna, dove scatterà l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario.
Da alcune settimane l’Europa è tornata «l’epicentro» della pandemia, ha ricordato il direttore regionale dell’Oms Hans Kluge, lanciando un appello ad intensificare le campagne vaccinali. La situazione è particolarmente grave nell’est, dove le somministrazioni procedono a rilento. Soprattutto in Romania (appena il 40% della popolazione ha concluso il ciclo), ma anche in Bulgaria, Serbia e Croazia, dove preoccupano contagi e ricoveri.
Con la recrudescenza del Covid anche i Paesi più virtuosi cominciano ad avere problemi. Dal Regno Unito alla Germania, dall’Olanda alla Danimarca, nonostante una media di 7 vaccinati su 10, si è iniziato a ripristinare alcune restrizioni o si sta pianificando di farlo. La Germania, ad esempio, ha registrato un nuovo picco di incidenza dei nuovi casi, oltre 213 su 100mila abitanti. Tanto che in alcuni importanti ospedali, come lo Charité di Berlino, si fermeranno gli interventi chirurgici ordinari a causa dell’aumento dei ricoveri per Covid. Mentre in Francia il presidente Emmanuel Macron si è rivolto alla nazione per promuovere la terza dose agli over 65 e la Danimarca ha reintrodotto il Green Pass.
Nel Regno Unito le autorità sono state costrette a prendere una decisione senza precedenti: l’obbligo di vaccino per il personale del servizio sanitario nazionale in prima linea. Secondo alcune stime, vi sarebbero tra gli 80mila ed i 100mila dipendenti non coperti. L’imposizione vale soltanto per l’Inghilterra (dove comunque vive l’80% della popolazione del Paese), mentre Galles, Ulster e Scozia potranno decidere in autonomia, ma si tratta di una stretta significativa in un Paese che si vanta di essere profondamente liberale. Lo sa bene il premier Boris Johnson, alfiere della politica del liberi tutti, che proprio per questo è finito nel mirino di media e opposizioni dopo essere stato beccato in foto senza mascherina durante una visita in un ospedale. Nulla di illegale, ma comunque un segnale di leggerezza se si considera che il Regno ha registrato un numero di vittime tra i più alti del mondo. E dove ha suscitato particolare emozione la morte di una neonata di appena nove giorni, nata prematura da una madre non vaccinata contro il Covid.
La questione no vax non è marginale in questa fase della pandemia, e c’è chi inizia ad adottare misure ultra draconiane. E’ il caso di Singapore, che su questo fronte ha adottato una politica di tolleranza zero: dal mese prossimo le autorità smetteranno di pagare le spese mediche dei pazienti affetti da coronavirus che si sono rifiutati di vaccinarsi. Una stretta giudicata necessaria perché la piccola città-Stato sta fronteggiando la peggiore ondata di Covid dall’inizio della pandemia, che sta mettendo a dura prova il suo sistema sanitario.
Vincere le resistenze dei no vax, in ogni caso, è solo una parte della lotta al coronavirus. Gli sforzi restano concentrati per garantire una protezione alla più ampia fascia di popolazione possibile. La casa farmaceutica Moderna ha appena sottoposto all’agenzia europea del farmaco la valutazione del suo siero per i bambini dai 6 agli 11 anni.

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