«Cold gun», pistola scarica. L’urlo sul set aveva dato il via libera alle riprese di Rust. La troupe era schierata, con la direttrice della fotografia Halyna Hutchins e il regista Joel Souza vicini a guardare le scene su uno schermo. Come previsto dal copione, Alec Baldwin doveva uscire dalla chiesa ed estrarre l’arma dalla fondina. L’attore lo ha fatto una prima volta senza problemi. La seconda però qualcosa è andato tragicamente storto e dalla pistola è partito un colpo, uno solo, che ha centrato Hutchins al petto prima e Souza alla clavicola poi. La tragedia si è consumata così.
Le informazioni preliminari raccolte dalla polizia di Santa Fe, in New Mexico, scagionano quindi Baldwin, inconsapevole che la pistola fosse carica. Ignaro del proiettile anche l’assistente alla regia David Halls, che aveva consegnato l’arma all’attore dopo averla prelevata da un carello grigio posizionato vicino a dove Baldwin doveva girare la scena. Le pistole erano state preparate dalla responsabile della sicurezza armi sul set, la ventiquattrenne figlia d’arte Hannah Reed. La ragazza era al suo primo incarico e nelle scorse settimane non aveva nascosto, in un podcast, i dubbi sulle sue capacità nello svolgere il lavoro di armiere. Aveva raccontato delle sue paure e dei consigli ricevuti dal padre, Thell Reed, famoso armiere di Hollywood che ha lavorato in grandi produzioni come ‘Django Unchained’e ‘Once Upon a Time in Hollywood’di Quentin Tarantino.
Le indagini sull’incidente proseguono, con i detective che continuano ad interrogare i testimoni: al momento nessuno è stato incriminato. Le autorità hanno sequestrato tutte le armi sul set ma anche gli abiti di scena di Baldwin, così come i filmati e i video, anche quelli ripresi con i cellulari. L’obiettivo è capire se qualcuno, anche inavvertitamente, possa aver ripreso l’incidente da diverse angolazioni, chiarandone così meglio la dinamica.
Emergono intanto dettagli sulla condizioni di lavoro al Bonanza Creek Ranch. Secondo alcune indiscrezioni, poche ore prima del dramma un gruppo di operatori e tecnici aderenti al sindacato di settore aveva lasciato il set per protestare contro le giornate di lavoro troppo lunghe e i salari troppo bassi. Ma anche per gli eccessivi spostamenti: alla troupe erano state promesse camere d’albergo a Santa Fe, poi però erano stati prenotati alloggi ad Albuquerque, a 80 chilometri di distanza. Le lamentele riguardavano anche la scarsa sicurezza sul set, della quale si sarebbe lagnata anche Hutchins. Nei giorni precedenti all’incidente infatti la controfigura di Alec Baldwin aveva sparato accidentalmente due colpi dopo che gli era stato detto che la pistola non aveva alcuna munizione, neanche a salve. In tutto ci sono stati tre incidenti legati alle pistole di scena prima della tragedia di Hutchins: «Abbiamo avuto tre casi. Questo non è assolutamente sicuro», si era lamentato un operatore con il manager di produzione.
Al posto della troupe aderente all’International Alliance of Theatrical Stage Employees erano stati impiegati lavoratori non aderenti al sindacato pur di continuare le riprese, giunte ormai al dodicesimo giorno dei 21 previsti.
Secondo gli esperti del settore, è chiaro che i protocolli non sono stati rispettati, neanche la distanza minima di sicurezza di oltre sei metri. «La sicurezza è la nostra priorità. E anche se non siamo a conoscenza di nessuna denuncia sulla sicurezza sul set, condurremmo un’indagine interna sulle nostre procedure», ha fatto sapere da parte sua Rust Movie Productions, la casa di produzione del film.
Hollywood intanto piange il suo astro nascente Hutchins, ricordata con un messaggio d’amore sui social dal marito Matthew: «Ci ha ispirato con la sua passione e la sua visione - ha scritto -. La nostra perdita è enorme».
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