Mercoledì 18 Dicembre 2024

Strage in una moschea in Afghanistan, l'Isis rivendica l'attentato

L'attentato a Kandahar

L'Isis ha rivendicato con un comunicato l'attacco di ieri in una moschea in Afghanistan. Nell'attentato, avvenuto a Kandahar, sono rimaste uccise almeno 41 persone e oltre 70 ferite. In un comunicato pubblicato su Telegram, i jihadisti hanno scritto che due kamikaze si sono fatti esplodere in due distinti attacchi in parti diverse della moschea, mentre i fedeli stavano pregando. "Il primo attentatore - si legge - ha fatto deflagrare la sua cintura esplosiva nella sala della moschea, il secondo nella zona centrale dell'edificio". In Afghanistan è stato un nuovo venerdì di sangue. I talebani hanno espresso le condoglianze alla comunità sciita e promesso che garantiranno la sicurezza della moschea, la prima per importanza e nel cuore della città. E' il terzo attacco contro una moschea da quando le truppe straniere, Usa in testa, hanno lasciato il Paese. Il primo a Kabul, mentre si celebravano i funerali della madre del portavoce talebano Zabihullah Mujaid. Venerdì scorso è stata invece presa di mira una moschea scita di Kunduz nel nord dell'Afghanistan, con un bilancio molto più pesante di decine di morti. Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dal ramo afghano dell'Isis, quello della 'provincia del Khorasan', che evidentemente sta espandendo il proprio raggio d'azione, un tempo localizzata a Jalalabad, nella provincia orientale di Nangarhar considerata il covo dei jihadisti. Secondo quanto rivelato dal presidente russo Valdimir Putin, "solo" nel nord del Paese "si stanno ammassando 2.000 combattenti dell'Isis" che progetterebbero - tra l'altro - di colpire l'Asia centrale, o attraversarlo, mescolandosi tra i profughi. E sempre Putin ha già ammonito, riferendo quanto raccolto dall'intelligence di Mosca, sui movimenti di combattenti veterani delle guerre in Siria e Iraq verso l'Afghanistan. Proprio Mosca si sta preparando ad ospitare incontri multilaterali sul processo di pace in Afghanistan: il 19 ottobre ci sarà una "troika allargata" con Stati Uniti, Russia, Cina e Pakistan che cercherà di "elaborare una posizione comune". Il giorno dopo sarà la volta del formato di Mosca, che prevede la partecipazione anche dei Paesi dell'Asia Centrale, dell'Iran e dell'India. I talebani intanto, nel corso degli incontri bilaterali in Turchia, hanno chiesto assistenza umanitaria e proposto ad Ankara di tornare a gestire con il Qatar l'aeroporto di Kabul. Fin quando i talebani "assicureranno i diritti degli afghani nella appropriata forma, noi garantiremo assistenza al popolo a cui siamo legati da una storica fratellanza", ha detto il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, altro grande protagonista nello scacchiere afghano.

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