La chiamano faccia da selfie o da Instagram. E’ quella che sempre più minori in Gran Bretagna (e non solo) ricercano a proprio rischio e pericolo tramite ritocchini, piccoli trattamenti estetici con aghi sottili, per apparire belli, spesso più agli occhi degli altri che a se stessi. Da oggi non sarà più possibile farli in Inghilterra, perché è entrato in vigore il Botulinum Toxin and Cosmetic Fillers (Children) Act, una legge che vieta agli under 18 di sottoporsi alle procedure con il botox o il filler per le labbra, al fine di migliorare il proprio look. Un provvedimento richiesto da molto tempo che arriva a mettere ordine, anche se non del tutto, in un settore contraddistinto da una persistente carenza di regole.
Almeno si tutelano i più giovani, sebbene il divieto non includa alcuni piccoli interventi come quello per ottenere il cosiddetto «occhio da volpe». I numeri del fenomeno sono piuttosto importanti e questo spiega l’urgenza della legge. Soltanto l’anno scorso in Inghilterra sono stati 41.000 gli interventi con il botox sugli adolescenti. Mentre per le procedure col filler si parla di quasi 30 mila casi riguardanti minori, registrati nel 2017 secondo gli ultimi dati disponibili.
I promotori della legge hanno chiesto anche a Galles, Scozia e Irlanda del Nord di attuare misure simili in modo da evitare possibili ‘viaggi della bellezzà, degli inglesi, soprattutto ragazze, che si spostano in un’altra nazione del Regno Unito per poter effettuare i trattamenti vietati. Sono stati segnalati numerosi casi di procedure che vengono eseguite senza nessuna formazione professionale specifica e che spesso finiscono per causare danni più o meno gravi ai pazienti, come infezioni, ematomi e sieromi. Il problema è che al momento non è obbligatorio per il personale dei centri estetici ricevere una adeguata formazione per questo tipo di trattamenti.
Sul sito della Bbc, Laura Brooks, 34 anni, racconta l’esito traumatizzante delle sua procedura estetica col filler per rimodellare le labbra. Fin dai primi istanti dopo l’iniezione ha capito, di fronte al volto sconvolto della operatrice incapace di affrontare la situazione, che qualcosa non stava amdando per il verso giusto: si era rotta una vena e nel suo labbro superiore si era formato un vistoso ematoma. Dopo nove mesi si notano ancora i segni sul suo viso. Ha accolto bene la legge introdotta in Inghilterra ma resta ancora molto da fare. «Ci sono donne di tutte le età, e uomini immagino, che si sottopongono a questi trattamenti. Non è solo una questione di età. Gli operatori devono essere formati dal punto di vista medico-sanitario». Per Maria Caulfield, sottosegretaria che si occupa dei diritti dei pazienti, «troppe persone sono state lasciate emotivamente e fisicamente segnate da un’esperienza negativa e necessitano di cure mediche dopo le procedure cosmetiche fallite».
Il consiglio, per gli adulti che comunque decidono di farlo, è di rivolgersi a professionisti, evitando le tante offerte ‘low cost’che possono avere conseguenze sulla loro salute oltre che sul loro aspetto.
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