L’aeroporto dell’isola spagnola di La Palma è stato chiuso per via delle dense nubi di cenere nera prodotte dall’eruzione del vulcano Cumbre Vieja che da una settimana mette in apprensione gli oltre 80 mila residenti. Il gestore dello scalo ha reso noto che i sette voli previsti sono stati cancellati a causa dell’accumulo delle polveri emesse nelle ultime ore. «Non è ancora possibile dire quando potremo riprendere i voli», ha aggiunto il vettore spagnolo Binter su Twitte Nel frattempo continuano le evacuazioni dei vari distretti dell’isola, tra cui El Paso, dopo che sono state registrare nuove esplosioni provenienti dal vulcano. «Il rischio per la popolazione è aumentato dopo gli ultimi episodi eruttivi», si legge in una nota del governo regionale che ha specificato come la situazione sia in continua evoluzione. In sette giorni sono oltre 6 mila le persone, tra cui 400 turisti, che hanno dovuto abbandonare forzatamente il proprio alloggio con la furia del vulcano che ha già distrutto circa 420 edifici. Finora non ci sono state vittime ma la stima dei danni ha superato i 400 milioni di euro. La lava fuoriuscita dal cratere ha costantemente perso velocità negli ultimi giorni aumentando le probabilità che si arresti prima di arrivare sulle coste. Una notizia positiva visto che gli esperti hanno messo in guardia sul fatto che, se lava fusa dovesse riversarsi in mare, potrebbe generare nuvole di gas tossico che avrebbero effetti per gli ecosistemi marini e per l’atmosfera. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha annunciato che La Palma sarà dichiarata «zona colpita da catastrofe», un passaggio burocratico necessario per permettere la messa a disposizione immediata di aiuti finanziari.