L’Europa prova a venire incontro alle esigenze dell’Italia annunciando una nuova politica sulla gestione dei migranti. «Il nuovo patto su migrazione e asilo - ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione - mette a disposizione tutti gli strumenti» per fare fronte a situazioni come quella al confine con la Bielorussia. Ma «i progressi sono lenti. È il momento di avere una politica migratoria a livello Ue. È una questione di fiducia. La migrazione non deve essere più usata come un argomento per dividerci» La numero 1 della Commissione europea ha anche parlato di violenza sulle donne, un altro tema molto caldo in Italia e in particolar modo in Sicilia, dopo i recenti delitti come quello di Bronte. «Entro la fine dell’anno - ha detto - proporremo una norma per contrastare la violenza sulle donne si tratta della dignità di tutte e anche di giustizia e questo corrisponde all’anima dell’Europa». L’Unione europea inoltre terrà un summit sulla Difesa, il prossimo anno, durante la presidenza di turno francese. Lo ha annunciato la stessa von der Leyen. «Con Macron convocheremo un vertice sulla Difesa europea», ha detto nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. Sulla difesa comune «è tempo che l'Europa passi alla fase successiva», ha aggiunto Ursula von der Leyen. «Non si può parlare di difesa - avverte la presidente della Commissione Ue - senza parlare di cibernetica. Se tutto è collegato, tutto può essere piratato. Dato che le risorse sono scarse, dobbiamo unire le nostre forze. E non dovremmo limitarci ad affrontare le minacce informatiche, ma cercare di conquistare un posto di primo piano nella cybersicurezza. L’Ue dovrebbe essere il luogo in cui si sviluppano gli strumenti di cyberdifesa. Perciò occorre una politica europea della cyberdifesa». Secondo Ursula von der Leyen «dobbiamo gettare le basi per un processo decisionale collettivo, sulla base di una “conoscenza situazionale”. Se gli Stati membri non condividono le loro informazioni a livello europeo, siamo destinati a fallire. È essenziale quindi migliorare la cooperazione in materia di intelligence». Occorre, ha aggiunto, «accorpare le conoscenze da tutti i servizi e da tutte le fonti, per prendere decisioni informate. Per questo motivo l’Ue potrebbe prendere in considerazione la creazione di un proprio Centro comune di conoscenza situazionale».