Venerdì 22 Novembre 2024

Haiti, nuovo terremoto devastante dopo quello di 11 anni fa: almeno 304 vittime, edifici in macerie

Edifici devastati dal terremoto di Haiti

Centinaia di morti, che potrebbero diventare migliaia, interi edifici in macerie, riversati sulle strade, le urla delle persone che corrono in preda al panico. Ad Haiti un nuovo terremoto, violentissimo - ancor più di quello che undici anni fa uccise almeno 200.000 persone e ne ferì altre 300.000, ma soprattutto mise in ginocchio il già poverissimo Paese caraibico - porta con sé almeno 304 morti - secondo l’ultimo bilancio provvisorio della protezione civile haitiana - e pesantissimi danni. Ma secondo l’Usgs, l’istituto geosismico Usa che ha stimato la magnitudo in 7.2, la situazione è da allerta rossa e potrebbe comportare migliaia di morti. Il primo ministro haitiano, Ariel Henry, ha dichiarato lo stato d’emergenza. Il premier ha annunciato che il governo mobiliterà tutte le risorse a disposizione per assistere la popolazione colpita, mentre il presidente Usa Joe Biden ha annunciato aiuti «immediati» al Paese, ormai in ginocchio tra crisi politica, povertà, violenza e la pandemia. Biden ha autorizzato una immediata risposta Usa e ha nominato l’amministratrice dell’agenzia Usaid, Samantha Power, come alto dirigente americano «per coordinare questo sforzo». Il terremoto è stato avvertito alle 8:30 locali (le 13,30 italiane) a circa 160 chilometri di strada a ovest della capitale Port-au-Prince, a nord-est dalla città di Saint-Louis-du-Sud, con 10 km di profondità. Una lunga scossa, avvertita in tutto il Paese. I video diffusi online dai testimoni hanno mostrato fin da subito la devastazione che il sisma ha portato con sé e gli sforzi per estrarre i feriti dalle rovine dei palazzi crollati, in località come Jérémie e Les Cayes. Edifici religiosi, scuole e case sono state danneggiate. Anche una chiesa, in cui a quanto sembra era in corso una cerimonia nella città di Les Anglais, 200 km a sud-ovest di Port-au-Prince. Poco dopo il terremoto, l’agenzia statunitense Usgs ha emesso un’allerta tsunami che ha successivamente revocato. «Sto mobilitando tutte le risorse della mia amministrazione per assistere le vittime», ha scritto su Twitter il primo ministro Henry, facendo «appello allo spirito di solidarietà e di impegno di tutti gli haitiani, per unirsi per affrontare questa drammatica situazione». «In seguito al terremoto che ha causato enormi danni nel sud, a Grand’Anse e Nippes, ho già mobilitato l’intero team del governo per adottare tutte le misure necessarie con urgenza», si legge in un altro messaggio. La devastante scossa ha trascinato di nuovo nel terrore la popolazione haitiana, dopo il terremoto di magnitudo 7.0 che nel gennaio 2010 rase al suolo gran parte di Port-au-Prince e delle città vicine. Undici anni fa, più di un milione e mezzo di haitiani rimasero senza casa, centinaia di abitazioni, edifici amministrativi e scuole andarono distrutte, insieme al 60% del sistema sanitario di Haiti. Un’emergenza umanitaria dalla quale non si è mai veramente risollevata. Il nuovo sisma è l’ennesima crisi di un Paese politicamente allo sbando, dopo che poco più di un mese fa il presidente Jovenel Moise è stato assassinato nella sua casa da un commando di uomini armati: ulteriore scompiglio, oltre alla violenza delle bande e dopo i disastri del Covid-19.  

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