Mercoledì 18 Dicembre 2024

Afghanistan, le mani dei talebani su Kabul: caos e fuga dalla capitale

Una «rimobilitazione» dell’esercito per resistere all’avanzata dei Talebani e allo stesso tempo l'avvio di «consultazioni» per arrivare a un cessate il fuoco che risparmi a Kabul un attacco sanguinoso degli insorti. Sono segnali contrastanti quelli lanciati dal presidente afghano Ashraf Ghani in un discorso televisivo di fronte all’avanzata apparentemente inarrestabile delle forze jihadiste, le cui avanguardie, secondo fonti locali, si troverebbero a non più di 11 chilometri a sud della capitale. Mentre, nonostante le affermazioni del contrario, gli Usa si preparerebbero alla caduta della capitale e a ritirare la propria presenza diplomatica, secondo quanto scrive il sito Axios. A Kabul «si respira grande preoccupazione, chi può prova a fuggire e gli aerei sono pieni», ha detto all’ANSA Alberto Zanin, medical coordinator dell’ospedale di Emergency. Lunghe file si sono formate davanti alle banche per ritirare denaro, mentre diverse ambasciate straniere proseguono nelle operazioni per ridurre al minimo il proprio personale. Le prime forze americane, avanguardia dei 3.000 soldati che dovrebbero essere inviati entro il fine settimana, sono arrivate per l’evacuazione anche dei molti afghani che hanno collaborato con le truppe Nato e che potrebbero essere vittime di rappresaglie. Gli Usa hanno detto che intendono portare fuori dal Paese «migliaia di persone al giorno» e frequenti voli di elicotteri sono già segnalati tra l'ambasciata statunitense e l’aeroporto. Mentre, per accelerare i trasferimenti in Italia degli ex collaboratori, è stato deciso che i visti non saranno più concessi dall’ambasciata a Kabul ma direttamente a Roma. Anche se un alto dirigente del Dipartimento di Stato americano ha assicurato ad Axios che «l'ambasciata rimarrà aperta», il sito afferma che gli Usa non manterranno una presenza diplomatica duratura oltre il 31 agosto, la data entro la quale il presidente Joe Biden ha promesso di completare il ritiro delle truppe. Washington afferma che Kabul non è oggetto di una «minaccia imminente», ma il personale della sua sede diplomatica è al lavoro per distruggere documenti riservati e simboli americani che potrebbero essere usati a scopi di propaganda dai Talebani. Anche Gran Bretagna, Spagna, Germania e Olanda stanno riducendo al minimo il loro personale. In arrivo a Kabul per assistere nelle evacuazioni sono anche truppe britanniche, tedesche e australiane. I Talebani hanno annunciato di avere conquistato i capoluoghi di altre tre province, quelle di Patika e Paktika nel sud e quella di Kunar nell’est. Attualmente quasi due terzi dei capoluoghi del Paese sono caduti nelle loro mani e, secondo una rappresentante del consiglio provinciale locale, le avanguardie degli insorti si sono spinte fino al distretto di Char Asyab, 11 chilometri a sud di Kabul. I jihadisti si stanno organizzando anche per attaccare Mazar-i Sharif, quarta città del Paese e tradizionale roccaforte delle milizie anti-Talebani nel nord, tra cui quelle del signore della guerra Abdul Rashid Dostum, di etnia uzbeka. Intanto un tentativo di controffensiva governativa è segnalato a Kandahar, nel sud, caduta nelle mani dei Talebani due giorni fa. Combattimenti, ha riferito all’ANSA Alda Cappelletti, direttore delle operazioni dell’ong Intersos, sono segnalati intorno all’aeroporto, una ventina di chilometri a sud-est della città. Sul piano diplomatico, il ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha incontrato il capo dell’ufficio politico dei Talebani, invitando gli insorti ad accettare un cessate il fuoco. Alcuni giorni fa il governo di Kabul si era detto pronto anche a condividere il potere pur di arrivare ad una tregua e nel suo discorso televisivo il presidente Ghani ha detto che «consultazioni» sono in corso per trovare una «soluzione politica». Ma non ha fatto alcun cenno alla possibilità di farsi da parte per favorire un compromesso.

leggi l'articolo completo