La missione cinese presso l’Ue ha espresso «forte insoddisfazione e ferma opposizione» sulla dichiarazione del vertice Ue-Usa sulle questioni considerate «interne» tra Xinjiang, Tibet, Hong Kong, Taiwan e i mari della Cina orientale e meridionale, e le accuse a Pechino di «coercizione economica» e di «diffondere disinformazione».
La dichiarazione «è piena di mentalità da Guerra Fredda», ha detto un portavoce della missione, aggiungendo che «è andata ben oltre la norma dello sviluppo delle relazioni bilaterali». L'atto dei «piccoli gruppi va contro la corrente della storia» a danno di «pace e stabilità internazionali e regionali». Le questioni relative a Taiwan, Hong Kong, Xinjiang e Tibet sono «affari interni» della Cina e i mari della Cina orientale e meridionale riguardano «la sovranità e i diritti e gli interessi marittimi» di Pechino, ha affermato il portavoce, secondo cui «tutte queste questioni rappresentano gli interessi fondamentali della Cina e non consentono interferenze».
«Per quanto riguarda chi sta imponendo sanzioni unilaterali basate su bugie e disinformazione e chi sta facendo pressioni e costringendo gli altri a mantenere la sua egemonia, la comunità internazionale vede molto chiaramente e le persone eque possono distinguere il bene dal male. La Cina non è più come era in passato. Il popolo cinese si è alzato in piedi. Le intimidazioni non funzioneranno mai su di noi. Rimarremo sulla via dello sviluppo pacifico e, allo stesso tempo, salvaguarderemo con forza la sovranità nazionale, la sicurezza e lo sviluppo degli interessi».
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