Almeno 15 persone sono state uccise stamattina in un attentato suicida contro un centro di addestramento dell’esercito nella capitale della Somalia, Mogadiscio. Lo ha riferito un ufficiale presente sul posto.
Un attentatore suicida si è fatto esplodere vicino a reclute "che erano in fila davanti al campo militare del generale Dhegobadan, a est della città", ha detto all’Afp Mohamed Adan, sostenendo di aver "contato una quindicina di nuove reclute uccise nell’esplosione".
L’ufficiale dell’esercito, oltre ad avvertire che il bilancio potrebbe essere più grave, ha riferito inoltre che l’attentatore era travestito da recluta e che, quando è avvenuta l’esplosione, era in coda fra le altre fuori dal campo militare. Finora non c'è stata alcuna rivendicazione per l’attentato, il più sanguinoso compiuto nella capitale da 18 mesi.
È noto comunque che soldati e strutture militari sono obiettivi degli Al-Shabaab, il gruppo jihadista allineato ad al-Qaeda che lotta per rovesciare il governo di Mogadiscio, sostenuto a livello internazionale, e imporre la sharia, la legge islamica. Anche hotel e posti di blocco sono comunemente attaccati: 81 persone erano state uccise da un’autobomba suicida proprio in una postazione di controllo del centro della città nel dicembre 2019, mentre l’ultimo grande assalto a un hotel - con l'uccisione di 11 persone - era avvenuto nell’agosto 2020.
L’ex colonia italiana è instabile da almeno tre decenni fra guerre civili, conflitti fra clan, insurrezioni islamiste, carestie e crisi politiche. Gli Al-Shabaab sono venuti alla ribalta nel 2006 e, nonostante un lungo dispiegamento di forze di pace dell’Unione africana, rimangono un grave minaccia sebbene negli ultimi tempi abbiano perso gran parte del territorio che erano arrivati a controllare. ANSA
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