Ancora una notte di fuoco in Israele e nella Striscia di Gaza, con un alternarsi di attacchi con razzi e raid aerei che fino all’alba hanno tenuto impegnate le milizie palestinesi e l’esercito israeliano. Hamas e la Jihad islamica hanno dichiarato di aver lanciato più di 300 razzi contro Israele che hanno ucciso due persone. In risposta, le forze di difesa israeliane hanno lanciato il più imponente attacco in tutta la Striscia dal conflitto del 2014, prendendo di mira anche le case di alti esponenti di Hamas. L'ultimo bilancio parla di 5 israeliani e 35 palestinesi - tra cui 12 bambini e una donna - uccisi nei bombardamenti e negli scontri. Centinaia i feriti su entrambi i fronti. L'inviato delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente Tor Wennesland che lanciato alle parti un monito che al momento sembra destinato a restare inascoltato: si sta andando «verso una guerra su vasta scala». Il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha avvertito che «questo è solo l’inizio» e alle sue parole hanno fatto eco quelle del leader di Hamas, Ismail Haniyeh: «se Israele vuole intensificare, noi siamo pronti». Durate la notte un uomo e una ragazza sono stati uccisi a Lod, fino a pochi giorni fa simbolo della convivcenza tra ebrei e arabi-israeliani: l’auto in cui si trovavano è stata colpita da un razzo sparato dalla Striscia di Gaza. Povco prima una donna israeliana era stata uccisa dai razzi che hanno colpito Rishon Letzion e ad Ashkelon, che Hamas ha minacciato di trasformare in «inferno», i razzi lanciati dai militanti hanno ucciso altre due donne. Hamas ha affermato di aver lanciato più di 100 razzi in meno di cinque minuti e secondo l’esercito israeliano le milizie islamiste hanno sparato più di 600 razzi da lunedì. Molti non sono riusciti a superare i confini di Gaza o sono stati intercettati dal sistema di difesa aerea Iron Dome israeliano. Israele ha deciso di sospendere i voli da e per l’aeroporto Ben Gurion, a Tel Aviv e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato lo stato di emergenza a Lod, che confina con l’aeroporto, a fronte delle «rivolte su vasta scala scoppiate nella comunità araba». Le autorità israeliane hanno deciso di inviare rinforzi dopo l’uccisione di un arabo israeliano nella notte. In Cisgiordania alle prime luci del giorno un palestinese è stato ucciso in scontri con l’esercito israeliano. Gli attacchi israeliani hanno mietuto numerose vittime tra i vertici di Hamas e della Jihad: alcuni tra le macerie di un edificio di 12 piani distrutto dai raid aerei. L'esercito stima di aver ucciso 20 miliziani a Gaza e ha smentito che Hamas stia negoziando il cessate il fuoco. Sul fronte diplomatico si muovono l’Egitto e il Qatar, che hanno mediato nei conflitti tra Israele e Hamas. Ma il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha detto in occasione di una riunione di emergenza della Lega Araba che sebbene il Cairo abbia «ampiamente contattato» Israele e altri Paesi «non ha ricevuto risposte adeguate». (AGI)