Di fronte a una crisi sanitaria ancora preoccupante, il governo giapponese estende fino al 31 maggio lo stato di emergenza in quattro prefetture, Tokyo, Osaka, Kyoto e Hyogo e a imporlo in altre due rimaste escluse dal piano, Aichi e Fukuoka. Lo ha annunciato il ministro incaricato della gestione della crisi sanitaria, Yasutoshi Nishimura, in conferenza stampa.
Attivato per la terza volta nel Paese in poco più di un anno, l’ultima volta lo scorso 25 aprile, lo stato di emergenza del governo giapponese prevede restrizioni meno severe di quelle imposte in altre parti del mondo. Comporta la chiusura temporanea di bar e ristoranti che servono alcolici, e la chiusura di altre attività, come i grandi magazzini. Gli eventi sportivi si svolgono a porte chiuse, ma secondo i media locali, il governo dovrebbe approvare un parziale ritorno del pubblico negli stadi a partire dal prossimo venerdì.
Nelle ultime 24 ore, stando ai dati della Johns Hopkins University, il Giappone ha registrato 4.383 nuovi contagi e 65 morti. La media dell’ultima settimana ha superato i 5mila casi mentre i decessi dall’inizio dell’anno sono oltre 10mila. Le conseguenze della pandemia rimangono limitate se comparate ad altre parti del mondo, ma la crisi sanitaria sta mettendo in crisi il sistema ospedaliero, soprattutto perché la campagna di vaccinazione procede molto lentamente. In Giappone vivono oltre 126 milioni di persone ma le dosi somministrate, ad oggi, sono poco meno di 4 milioni.
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