Almeno 44 morti al pellegrinaggio in Israele nella fuga di massa innescata dal crollo delle gradinate che ospitavano i pellegrini, soprattutto ebrei ortodossi. I soccorritori si sono trovati in una folla caotica mentre cercavano di evacuare i feriti. Il disastro è avvenuto a Meron nel sito della famosa tomba di Rabbi Shimon Bar Yochai, un saggio talmudico del secondo secolo, dove gli ebrei ultra-ortodossi celebrano la festa di Lag BaOmer. Chiuso l’anno scorso a causa delle restrizioni del coronavirus, il pellegrinaggio di quest’anno doveva essere un evento celebrativo anche delle ampie riaperture nel Paese grazie al successo della vaccinazione. Ed è stato il più grande raduno pubblico dall’inizio della pandemia: secondo alcune notizie, c'erano tre volte più persone di quelle autorizzate. La carneficina è iniziata quando una sezione di posti a sedere dello stadio è crollata, ma molte altre persone sono rimaste vittime del successivo fuggi fuggi. Un portavoce del Magen David Adom, il servizio di soccorso israeliano, ha detto che «c'erano 38 morti sulla scena, ma ce n'erano altri all’ospedale». Una fonte dell’ospedale settentrionale di Ziv, uno dei tanti che hanno ricevuto le vittime, parla di almeno altri sei morti.