È corsa contro il tempo nel Nord dell’India dove si teme una strage dopo che il parziale crollo di un ghiacciaio himalayano ha causato l’improvvisa esondazione di due fiumi, l’Alaknanda e il Dhauliganga, e una potente inondazione ha travolto una diga. Le autorità hanno confermato per ora la morte di sole 14 persone, ma si cercano di localizzare almeno 150 persone disperse e, in particolare, una trentina di uomini intrappolati in un tunnel. Nella zona sono stati inviati centinaia di militari, paramilitari ed elicotteri dell’esercito.
Il disastro è avvenuto nel distretto di Chamoli, nello Stato di Uttarakhand, sulla catena montuosa dell’Himalaya: il discioglimento di un ghiacciaio, causato dal surriscaldamento climatico, ha innescato una valanga di acqua, mista a fango e detriti, che ha causato l’esondazione dei due fiumi e obbligato all’evacuazione precipitosa di alcuni villaggi.
I soccorsi si stanno concentrando sulla ricerca degli operai di due centrali elettriche in costruzione travolte dalla frana: le operazioni si sono interrotte nella notte ma sono riprese all’alba per cercare di salvare una trentina di persone intrappolate in un tunnel in costruzione vicino a una delle centrali.
Ha avuto successo invece il salvataggio di 12 persone in un altro cunicolo: l’estrazione degli operai, emersi all’aria spauriti e coperti di fango, ha scatenato grida di giubilo. Le immagini registrate dai telefonini dei presenti sono finite rapidamente sui social e hanno dato nuovo slancio ai soccorsi e ad un Paese che sta seguendo le conseguenze del disastro con grande apprensione.
Caricamento commenti
Commenta la notizia