Nuova stretta anti Covid a Londra, che da mercoledì torna in quasi lockdown. L’annuncio arriva ai Comuni da Matt Hancock, ministro della Sanità di Boris Johnson, formalizzando la decisione di reagire senza indugi alla ripresa locale di contagi registrato dopo la fine del confinamento nazionale bis di un mese il 2 dicembre.
La stretta prevede che la capitale passi dall’allerta arancione a quella rossa con nuova chiusura di ristoranti, pub e di alcuni negozi. Limitazioni che dureranno per ora fino al 23, quando in tutto il Regno - Londra compresa - scatterà un alleggerimento di 5 giorni delle restrizioni in occasione del Natale.
Prima di illustrare la decisione alla Camera, Hancock ha incontrato i deputati eletti nei collegi londinesi separatamente, in modo da spiegare loro la necessità precauzionale del giro di vite, esteso sempre da mercoledì pure alla vicina contea dell’Hertfordshire: quella che comprende
l'aeroporto di Luton e la cittadina omonima.
Dal 2 dicembre in poi la capitale britannica era stata inserita al livello di allerta arancione (come il grosso dell’Inghilterra), il secondo più grave nella scala britannica di tre (Tier 2), con limitazioni ai contatti sociali e alle attività commerciali più contenute. L’allarme rosso (o Tier 3) riflette invece un rischio d’infezione definito dalle autorità sanitarie e dal governo come «molto alto» e comporta precauzioni locali vicine a quelle di un lockdown vero e proprio.
L'indicazione, adottata ora dal ministro della Sanità del governo Tory di Boris Johnson, non era inattesa ed è stata sancita oggi da un comitato governativo, formato anche da esperti e scienziati e chiamato a rivedere la situazione territorio per territorio ogni due settimane. In mattinata era stato del resto il sindaco laburista della metropoli sul Tamigi, Sadiq Khan, ad anticipare la stretta come una cautela necessaria
e inevitabile vista la tendenza dei contagi degli ultimi giorni.
Il Tier 3 comporta nuove chiusure generalizzate di ristoranti, pub e bar (salvo l’asporto), degli alberghi, di alcuni negozi e limitazioni più severe sui movimenti: con inevitabili conseguenze, specie in periodo prenatalizio, su settori dell’economia e del commercio già colpiti duramente dagli effetti della pandemia. Mentre per ora non si parla di una chiusura anticipata delle scuole in vista del Natale, invocata dallo stesso Khan.
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