Brahim Aoussaoui, il 21enne tunisino, che ha attaccato ieri mattina la chiesa di Nizza, uccidendo tre persone, aveva detto al fratello, che si trova in Tunisia, di "voler passare la notte davanti alla cattedrale". "Mi ha anche inviato una foto dell’edificio", ha raccontato il fratello ai microfoni di Al Arabiya dalla casa dov'è cresciuto Aoussaoui, nella cittadina di Bouhajla, a 190 km a sud della capitale Tunisi.
"Quello che abbiamo visto nelle immagini è lui, il nostro figlio", ha confermato la famiglia, che vive in povertà. "Mi telefonò al suo arrivo in Francia", ha raccontato la madre. Un vicino di casa ha invece spiegato che prima di lasciare il Paese "aveva fatto diversi lavori".
Le autorità tunisine, che hanno fermamente condannato l’atto terroristico, hanno aperto un’indagine e stanno ascoltando i familiari sulla vita e sui contatti del 21enne.
Il killer 21enne è stato identificato attraverso i suoi effetti personali. Aveva con sé una tessera della Croce Rossa italiana contenente le sue generalità, due telefoni cellulari e un Corano. Lo ha confermato l procuratore nazionale antiterrorismo francese, Jean-Francois Ricard che ha specificato che era sconosciuto ai servizi segreti. Le impronte del giovane non risultavano inoltre nelle banche dati delle forze dell’ordine.
Il procuratore ha confermato che Aoussaoui era sbarcato a Lampedusa lo scorso 20 settembre per poi giungere a Bari il 9 ottobre ma non ha chiarito in che data possa essere giunto in Francia.
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