Lunedì 23 Dicembre 2024

Pescherecci sequestrati in Libia, il dolore degli armatori: "Liberateli, siamo angosciati"

«Aspettiamo notizie dalla Farnesina ma ancora non sappiamo nulla». Lo dice all’ANSA Leonardo Gancitano, armatore del peschereccio Antartide sequestrato insieme al Medinea, dalle autorità libiche a circa 35 miglia a Nord di Bengasi, la sera del primo settembre scorso. Altri due pescherecci, che navigavano nelle vicinanze, sono riusciti a sfuggire alla cattura. "Fonti del nostro governo ci dicono - aggiunge - che l'equipaggio sta bene, ma noi non siamo riusciti a parlare con i nostri lavoratori». E’ sconsolato, Gangitano: «stiamo vivendo grandi momenti di angoscia. Chiediamo con forza che la situazione si blocchi al più presto, affinché i marittimi possano essere liberati e tornino a casa». "Ci affidiamo a ciò che Dio vuole, non abbiamo la forza di parlare», gli fa eco Marco Marrone, l’armatore del Medinea.  Ieri sera il ministero degli Esteri ha fatto sapere in una nota di «stare seguendo con massima attenzione la vicenda dei pescherecci sequestrati in Libia. Siamo in costante contatto con la nostra ambasciata a Tripoli e con la nostra intelligence». Sono diciotto complessivamente i marinai portati a Bengasi da militari libici dopo il sequestro di due pescherecci della marineria trapanese di Mazara del Vallo. Sono i componenti dei due natanti sequestrati, il Medinea e l’Antartide, e i comandanti dei due riusciti a fuggire, l’Anna Madre di Mazara del Vallo e del Natalino di Pozzallo

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