Le autorità cinesi hanno deciso di innalzare le misure precauzionali dopo che in una città nella Regione Autonoma della Mongolia interna è stato confermato un caso di peste bubbonica. Il paziente, un pastore di Bayannur, è in quarantena ed è in condizioni stabili. Le autorità hanno emesso un avviso di livello 3, in un sistema di quattro livelli.
Il caso è stato segnalato in un ospedale della regione di Urad Middle Banner, nella città di Bayannur. Non è chiaro come l’uomo si sia contagiato. La peste bubbonica è una malattia batterica diffusa dalle pulci che vivono su roditori selvatici come le marmotte. Può uccidere un adulto in meno di 24 ore se non curata in tempo, ma viene curata con antibiotici facilmente disponibili. Nei giorni scorsi, in collegamento al caso, erano state messe in quarantena 146 persone.
Il più elevato stato di allerta consiste nell’invitare gli abitanti a denunciare eventuali ritrovamenti di marmotte morte o malate e segnalare anche qualsiasi febbre anomala nelle persone; vieta inoltre la caccia e l’ingestione degli animali, principalmente roditori, che possono diffondere il contagio.
Nota anche come pesta nera dopo le terribili epidemie che decimarono la popolazione nel Medioevo, la pesta bubbonica non è rara in Cina. Ma i casi sono diventati col tempo più rari e tra il 2009 e il 2018 sono stati segnalati solo 26 malati e 11 decessi.
Tra i sintomi dell’infezione batterica, oltre alla febbre, ci sono i linfonodi gonfi e la debolezza diffusa. La malattia può essere letale se non curata ma di solito l’uso degli antibiotici è efficace. Nella Mongolia interna lo scorso novembre ci furono 4 casi di peste, dei quali due di peste polmonare che spesso è ancora più letale.
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