Drammatico naufragio di fronte alle coste tunisine, al largo della città di Sfax: decine di migranti risultano morti e dispersi, nell’affondamento di una precaria imbarcazione con cui volevano attraversare il Mediterraneo e arrivare in Europa. Lo riferisce la stampa locale.
La maggior parte delle vittime era costituita da donne, ha dichiarato Samir Maatoug, direttore di medicina legale presso l’ospedale universitario Habib Bourguiba. Al momento, il numero dei corpi recuperati finora è pari a 32.Una delle donne vittime del naufragio era incinta.
A bordo c'erano 52 persone di cui 7 tunisini, più di venti ivoriani e altri cittadini africani, che si erano imbarcati su un mezzo di fortuna con una capacità massima di 20 posti nella notte tra lunedì e martedì diretti verso l’Italia.
I migranti, tutti provenienti dai Paesi sub-sahariani, avevano lasciato la costa tunisina in direzione di Lampedusa. Le autorità locali hanno avviato un’indagine per chiarire i fatti, in particolare per quanto riguarda il capitano dell’imbarcazione, un cittadino tunisino.
Le città della Tunisia meridionale, sia interne che costiere, sono uno dei principali punti di partenza per i migranti irregolari dal Paese del Maghreb. La maggior parte di coloro che si avventurano in mare sono giovani tunisini disoccupati che cercano un futuro migliore, fiaccati da un’acuta crisi economica che il Paese sta soffrendo e che ha messo a rischio l’unica transizione democratica sopravvissuta alle "primavere arabe".
Secondo le statistiche dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), 110.699 persone sono riuscite a attraversare il Mediterraneo in modo irregolare nel 2019 (6.000 in meno di un anno prima) e 1.283 sono morti nel tentativo.
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