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Italiana in pole per vaccino Covid in Usa, Clorochina? "Meglio no"

C'è una scienziata italiana negli Stati Uniti in pole position nella corsa al vaccino anti Covid-19: Maria Elena Bottazzi, microbiologa e virologa molecolare del Baylor College of Medicine di Houston. Quanto alle terapie, Fernanda Leazza, farmacologa e tossicologa della University of Texas Medical Branch di Galveston, scommette sui trattamenti polifarmacologici nel breve termine per curare i casi più gravi mentre sull'idrossiclorochina, sponsorizzata dal presidente Donald Trump, «al momento non vi sono indicazioni possa essere usata su larga scala».

E’ quanto è emerso durante il terzo appuntamento della serie #Italiandigitaltownhall voluta dall’ambasciatore a Washington Armando Varricchio. Si tratta di incontri virtuali di taglio medico-scientifico con eccellenze italiane negli Stati Uniti in prima linea nella lotta al coronavirus.

Aprendo i lavori della terza edizione del webinario, organizzata da Federico Ciattaglia, console generale a Houston, in Texas, l’ambasciatore Varricchio ha sottolineato come la presenza italiana nello Stato della stella solitaria, uno dei più grandi e dinamici dell’Unione, sia «particolarmente prestigiosa» con «eccellenze straordinarie proprio nel campo medico scientifico». Tra i panelist, anche Giovanni Filardo, epidemiologo cardiovascolare del Baylor University Medical Center Dallas.

Il vaccino di Bottazzi è pronto per i test clinici, ovvero per la sperimentazione sull'uomo. «E' un vaccino contro la Sars che avevamo sviluppato negli anni 2011-2016 - ha spiegato - è conservato in dei freezer a Houston. Abbiamo già fatto degli esperimenti per verificare che questo vaccino contro la Sars sia in grado di proteggere dal Covid. L’Fda (Food and Drug Administration) sta facendo la revisione dei nostri dati. Avremo indicazioni il 16 giugno prossimo e a settembre al Baylor dovrebbe partire lo studio clinico», cioè a dire che potrebbe essere tra i primi vaccini disponibili su oltre 125 allo studio. «Ma ci vorrà almeno un anno», ha avvertito Bottazzi.

Pure sul fronte dei nuovi farmaci specifici per il Covid «c'è un fiorire di iniziative», ha indicato Leazza, ma «i costi sono estremamente alti e i tempi lunghi». «Riposizionare farmaci usati per altre terapie ha invece il vantaggio di poter contare su un’approvazione più rapida perchè hanno già superato i test tossicologici. I test non sono ancora stati completati ma i risultati sono promettenti «, come nel caso del remdesivir usato per l’Ebola.

"E' possibile che si riesca a trovare una combinazione di farmaci per trattare i casi piu gravi. Penso che si potrà presto arrivare a limitare i decessi con terapie polifarmacologiche». Quanto alla clorochina, «ne esistono due versioni e quella meno tossica è l’idrossiclorochina - ha precisato Leazza - si tratta di un farmaco usato molto in passato contro la malaria. Sono noti però i suoi gravi effetti collaterali di tossicità. Specialmente per un uso a lungo termine. Ci sono discussioni in atto non risolte ma che propendono più per l’evitare l’uso della clorochina. Al momento non esiste un’indicazione sul fatto che l’idrossiclorochina possa essere utilizzata su larga scala» anche se non mancano singoli riscontri positivi.

Filardo ha escluso che il Texas stia diventando il nuovo hotspot del coronavirus negli Stati Uniti dopo New York: «E' vero che i contagi sono aumenti ma l’incremento dei positivi è salito in proporzione ai test. Se il 13 e 14 aprile scorsi eravamo intorno al 15%, verso il 13 maggio siamo scesi al 5% e fino ad oggi siamo rimasti sul 5%». Anche se c'è stata «una riapertura molto precoce, in Texas il distanziamento sociale è quasi naturale perchè ci sono grandi spazi. La situazione non è così brutta come sembra», ha assicurato l’epidemiologo, mettendo in luce come i testi sierologici e il tracciamento siano fondamentali per tornare alla normalità.

Varricchio, chiudendo i lavori, ha evidenziato come «le eccellenze italiane in Texas costituiscano punti di riferimento essenziali per la nostra comunità nel Lone Star State. In un momento difficile e denso di incertezze, la loro autorevolezza - ha detto - ha aiutato a fornire risposte chiare a numerosi interrogativi.» La serie #italiandigitaltownhall continuerà il 26 maggio a Los Angeles e il 4 giugno a San Francisco. AGI

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