Coronavirus, superata la soglia del milione di casi nel mondo: record di morti negli Stati Uniti
La pandemia ha superato un'altra soglia. E riguarda il numero di casi di coronavirus nel mondo che da oggi è oltre il milione: emerge dai dati aggiornati della John Hopkins University. I casi di contagio sono ora 1.016.128, i morti 53.146 e le persone guarite 211.615. Un altro primato riguarda gli Stati Uniti con 1.169 vittime nelle ultime 24 ore: è il triste primato del maggior numero di morti in un giorno dall'inizio della pandemia, superando il record italiano dei 969 morti del 27 marzo. Gli Usa hanno al momento 243.453 casi positivi, più del doppio dell'Italia, e quasi 6.000 decessi, secondo i dati della Johns Hopkins University. L'emergenza resta drammatica. La Spagna contende all'Italia il triste primato dei contagi, oltre 110 mila, e rimane al secondo posto in Europa per poche migliaia di casi di differenza. "Abbiamo raggiunto il picco della curva e stiamo iniziando la fase di rallentamento", ha dichiarato in Parlamento il ministro della Salute spagnolo, Salvador Illa, dopo la comunicazione dei nuovi drammatici numeri sull'emergenza coronavirus che hanno spinto la Catalogna - una delle zone più colpite con oltre 2 mila morti - a chiedere l'aiuto di Madrid. E' stato il leader indipendentista Quim Torra a lanciare un appello accorato da Radio Ser Catalunya: "Se ci possono aiutare, se qualsiasi medico può aiutarci e venire qui, ne saremmo grati". E un nuovo record si è registrato ieri anche in Gran Bretagna con 569 morti in più per Covid-19 (in totale sono 2.921) e oltre 33.700 contagi. Londra sta cercando di incrementare il numero giornaliero dei test, oltre 10 mila, con l'annuncio di un piano in cinque punti che porterà i tamponi a 100 mila al giorno, una risposta alle critiche al governo da parte del ministro della Salute, Matt Hancock, uscito dall'isolamento a una settimana dal contagio, mentre rimane in quarantena il premier Boris Johnson. Sono oltre 470 i morti in un giorno in Francia che ha contato più di 4.500 decessi e ieri ha notificato a Bruxelles la chiusura temporanea delle frontiere, aggiungendosi così ai 14 membri dell'area Schengen che hanno ristabilito i controlli ai propri confini interni. Le terapie intensive d'oltralpe, con più di 6 mila ricoverati, non riescono più a coprire le necessità e perfino l'Accueil Notre-Dame del santuario di Lourdes in Francia, dopo la chiusura legata all'emergenza sanitaria, "ha riaperto le sue porte per accogliere una ventina di persone colpite dal coronavirus". Relativamente sotto controllo invece la situazione in Germania, che ha un numero di vittime inferiore, meno di mille, e ha incassato il plauso dell'Ocse che ha evidenziato la "spesa pro capite per la sanità più alta di tutti gli altri Paesi europei" e di conseguenza ha un sistema sufficientemente attrezzato a rispondere alla pandemia, anche se preoccupano i dati sui contagi tra medici e infermieri: 2.300. Un quadro drammatico al quale non sfugge neppure Vldimir Putin, in semi autoisolamento dopo l'incontro, la settimana scorsa, con il primario dell'ospedale Kommunarka, risultato poi positivo al Covid-19. L'emergenza è, se possibile, anche peggiore oltre Atlantico. Negli Stati Uniti, la protezione civile americana, la Federal Emergency Management Agency, ha chiesto al Pentagono 100.000 sacchi per cadaveri per un loro uso civile in vista del possibile aumento dei morti per coronavirus. L'amministrazione Trump ha deciso che non manderà più ai suoi alleati e partner all'estero equipaggiamenti protettivi a causa delle gravi carenze interne e il deficit di mascherine e respiratori è tale che gli Usa hanno accettato aiuti sanitari anche dalla Russia.