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Caldo record in Antartide, raggiunti i 20 gradi: l'innalzamento dei mari è più vicino

"Giaccio bollente" in Antartide, dove il caldo ha raggiunto la temperatura record di venti gradi e qualche giorno fa si è staccato un iceberg di oltre 300 chilometri quadrati, grande quasi quanto Malta, dal ghiacciaio di Pine Island. Di questo passo, aumenta il rischio di innalzamento del livello del mare a breve termine: già entro la fine di questo secolo potrebbe salire fino a tre volte rispetto al secolo scorso, cioè da 19 a 58 centimetri.

Sarebbero così in pericolo grandi città costiere, da New York a Mumbai, da Amburgo a Shanghai e anche Venezia. A segnalare che questo può essere per le città sui litorali in tutto il mondo il rischio principale entro i prossimi 80 anni e che quindi occorre intervenire con protezioni adeguate, è il più ampio studio globale mai realizzato di numerosi modelli elaborati con computer all'avanguardia, pubblicato sulla rivista Earth System Dynamics of the European Geosciences Union.

Se non si ferma la combustione di carbone, petrolio e gas - avverte lo studio - il pericolo aumenta nel lungo periodo con la calotta glaciale antartica che sciogliendosi può far innalzare il livello del mare addirittura di decine di metri. I 20,75 gradi centigradi rilevati nella stazione di monitoraggio sulla Seymour Island è un record che gli scienziati osservano con attenzione in relazione al riscaldamento globale.

Come del resto il recente distacco dell'iceberg sempre al polo sud, che ha generato enormi frammenti, ed è stato documentato con immagini riprese dallo spazio dalla coppia di satelliti Sentinel-1 di Copernicus, il programma per l'osservazione della Terra gestito da Agenzia spaziale europea (Esa) e Commissione Europea. E in Antartide i mutamenti, soprattutto dell'ecosistema con effetto domino sulla catena alimentare delle specie animali, riguardano anche i pinguini, stando a Greenpeace, che ha segnalato riduzioni fino al 77% in mezzo secolo in alcune delle colonie di pinguini (della specie pigoscelide) esaminate durante una spedizione in Antartide.

La perdita di ghiaccio al Polo sud aumenta il rischio di innalzamento dei mari andando ad aggiungersi all'espansione termica degli oceani e allo scioglimento dei ghiacciai montani, rileva Anders Levermann del Potsdam Institute of Climate Impact Research (Pik), autore principale dello studio, osservando che se le emissioni di gas a effetto serra dovessero essere ridotte rapidamente l'innalzamento dei mari sarebbe più contenuto e compreso tra 4 e 37 centimetri. Alla ricerca coordinata dal Pik su 16 modelli di strati di ghiaccio hanno partecipato 36 ricercatori provenienti da 27 istituti del mondo. I cambiamenti climatici sono destinati a modificare il profilo delle coste del Mediterraneo, secondo il progetto SaveMedCoasts presentato nel dicembre scorso che indica non solo la laguna di Venezia a rischio ma anche le spiagge dell'isola di Lipari, nelle Eolie, e le coste liguri di Vernazza e Monterosso, nelle Cinque Terre.

(ANSA)

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