Massacro al Politecnico di Montreal, le ultime parole del killer 30 anni dopo il primo femminicidio di massa
Il 6 dicembre del 1989 una tragedia sconvolse il mondo. Trent'anni fa esatti si consumava il massacro del Politecnico di Montreal, quello che fu il primo femminicidio di massa. Un gesto di follia di un canadese di origini franco-algerine, Marc Lépine, di 25 anni, portò alla morte di 14 donne. La scena della strage fu la sala del Polytechnique di Montreal. Vittime della sua furia omicida le donne che si erano iscritte all'università, facoltà di Ingegneria, e che ambivano a un posto di lavoro che lui reputava appannaggio degli uomini. Sparò contro 27 donne, ne uccise 14, firmando il movente: “Voi siete femministe, e io odio le femministe”. Dopo aver compiuto il massacro Lepine si tolse la vita sparandosi. Un femminicidio di massa, al quale il regista Denis Villeneuve ha dedicato nel 2009 il film Polythecnique, una terribile strage mossa dalla convinzione del killer che le donne fossero le vere responsabili dei suoi fallimenti. Lasciò una lettera nella quale spiegava le ragioni del suo gesto, aggiungendo anche una lista di 19 donne che con il loro successo avevano per lui spodestato gli uomini dal loro ruolo. A distanza di 30 anni quella lettera mette ancora i brividi per la "folle lucidità" con cui fu scritta. LA LETTERA. “Dato che, scienza a parte, sono un retrogrado per natura, le femministe hanno sempre avuto un talento speciale nel farmi infuriare. Pretendono di mantenere i vantaggi che derivano dall’essere donne (come assicurazioni più economiche, o il diritto a una lunga maternità preceduta da una lunga aspettativa) mentre cercano di arraffare anche quelli degli uomini. Per esempio, è auto-evidente che se si eliminasse la distinzione maschile/femminile alle Olimpiadi, non ci sarebbero più donne, salvo che negli eventi decorativi. Perciò le femministe si guardano bene dal cercare di rimuovere quella barriera. Sono talmente opportuniste che non vogliono nemmeno trarre vantaggio dalla conoscenza accumulate dagli uomini attraverso i secoli. E cercano sempre di rappresentarli negativamente, ogni volta che ne hanno l’opportunità. Anche se i media mi attribuiranno la qualifica di ‘Folle Omicida’, io mi considero una persona razionale ed erudita, che solo la Morte ha costretto a intraprendere atti estremi”.