Via libera dal Parlamento europeo alla Commissione europea targata Ursula Von der Leyen. I sì sono stati 461, 157 i contrari, gli astenuti 89.
La commissione Von der Leyen fa così meglio di quella del predecessore Jean-Claude Juncker: nel 2014 l’esecutivo del lussemburghese ebbe 423 voti a favore, 209 contrari e 67 astenuti (su 751 eurodeputati).
Nel 2010 la seconda commissione Barroso ottenne 488-137-72 (su 736 eurodeputati), nel 2004 la prima commissione Barroso fece 478-84-98 (su 732 parlamentari), nel 1999 la commissione Prodi ebbe 510 sì, 51 no e 28 astenuti (su 626 eurodeputati), nel 1995 quella Santer ebbe 417 voti a favore, 104 contro e 59 astenuti (567 deputati).
Commissari Popolari in maggioranza, seguiti da socialisti e poi liberali. Un portafoglio assegnato a un Conservatore dell’Ecr e uno a un indipendente vicino ai Verdi. La composizione della Commissione von der Leyen rispecchia gli equilibri della maggioranza che sostiene la presidente eletta.
Von der Leyen ha mancato l’obiettivo della parità di genere, ma il prossimo esecutivo Ue è in assoluto la Commissione con la più consistente presenza femminile della storia della Ue: 15 uomini e 12 donne.
"Abbiamo costruito un'equipe europea eccezionale, oggi chiedo il vostro sostegno per un nuovo inizio per l'Europa", ha detto la presidente eletta della Commissione europea Ursula von der Leyen in plenaria al Parlamento europeo. "Nei prossimi 5 anni - ha aggiunto - la nostra unione porterà avanti una trasformazione di società e economia, è la cosa giusta da fare e non sarà semplice".
"La protezione del nostro clima è una questione esistenziale per l'Europa - ha detto Ursula von der Leyen - e per tutto il mondo e non potrebbe essere altrimenti. Vediamo Venezia sott'acqua, le foreste in Portogallo colpite da incendi, la siccità in Lituania; è successo anche in passato, ma non possiamo perdere neanche un secondo, dobbiamo lottare contro il cambiamento climatico".
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