Sono circa 35 mila i fedeli che assistono alla messa che Papa Francesco sta celebrando a Nagasaki allo Stadio del Baseball. Lo confermano le autorità locali. Subito dopo la messa a Nagasaki, il Pontefice volerà verso Hiroshima. Nagasaki «porta nella propria anima una ferita difficile da guarire, segno della sofferenza inspiegabile di tanti innocenti; vittime colpite dalle guerre di ieri ma che ancora oggi soffrono per questa terza guerra mondiale a pezzi», ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa nello Stadio del Baseball. «Alziamo qui le nostre voci, in una preghiera comune per tutti coloro che oggi stanno patendo nella loro carne questo peccato che grida in cielo, e perchè siano sempre di più» quelli che «sono capaci di non tacere nè deridere, ma di profetizzare con la propria voce un regno di verità e di giustizia, di santità e di grazia, di amore e di pace». «Il Regno dei cieli è la nostra meta comune, una meta che non può essere solo per il domani, ma la imploriamo e iniziamo a viverla oggi, accanto all’indifferenza che circonda e fa tacere tante volte i nostri malati e disabili, anziani e abbandonati, rifugiati e lavoratori stranieri: tutti loro sono sacramento vivo di Cristo, nostro Re». Così Papa Francesco nell’omelia della messa nello stadio del Baseball di Nagasaki. «L’amore dato, sacrificato e celebrato da Cristo sulla croce è in grado di vincere - ha continuato il Pontefice - ogni tipo di odio, egoismo, egoismo, oltraggio o cattiva evasione; è in grado di vincere ogni pessimismo indolente o benessere narcotizzante, che finisce per paralizzare ogni buona azione e scelta». «Come ci ha ricordato il Concilio Vaticano II - ha poi aggiunto -, sono lontani dalla verità coloro che, sapendo che non abbiamo qui una città permanente ma siamo protesi a quella futura, pensano che per questo possiamo trascurare i nostri doveri terreni, senza accorgersi che, proprio per la fede stessa che professiamo, siamo tenuti a compierli». «Nella convinzione che un mondo senza armi nucleari è possibile e necessario, chiedo ai leader politici di non dimenticare che queste non ci difendono dalle minacce alla sicurezza nazionale e internazionale del nostro tempo». Lo ha affermato Papa Francesco nel suo Messaggio sulle Armi, all’Atomic Bomb Hypocenter Park di Nagasaki, situato all’interno del Parco della Pace. «Occorre considerare l’impatto catastrofico del loro uso dal punto di vista umanitario e ambientale - ha sottolineato il Pontefice -, rinunciando a rafforzare un clima di paura, diffidenza e ostilità, fomentato dalle dottrine nucleari». «La pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale. Qui, in questa città, che è testimone delle catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali di un attacco nucleare, non saranno mai abbastanza i tentativi di alzare la voce contro la corsa agli armamenti. Questa infatti spreca risorse preziose» che potrebbero essere utilizzate per «lo sviluppo integrale dei popoli».