Mercoledì 18 Dicembre 2024

Attentato in Iraq contro militari italiani: 5 feriti, due hanno subito amputazioni

A due giorni dall’anniversario della strage di Nassiriya, cinque militari italiani sono rimasti feriti in Iraq in seguito all’esplosione di un ordigno artigianale. I soldati fanno parte di un team misto di Forze Speciali italiane che stava svolgendo attività di addestramento per le Forze di Sicurezza irachene impegnate nella lotta al Daesh. I cinque militari coinvolti dall’esplosione sono stati soccorsi ed evacuati con elicotteri Usa che fanno parte della coalizione e trasportati nell’ospedale militare di Baghdad dove stanno ricevendo le cure necessarie. I militari feriti,  i cui nomi sono riportati dall'Adnkronos, sono Marco PisaniPaolo PisedduAndrea QuartoEmanuele ValenzaMichele Tedesco. Secondo quanto rende noto lo Stato Maggiore della Difesa, due hanno riportato solo abrasioni e microfratture e sono subito stati giudicati fuori pericolo, mentre gli altri tre sono rimasti gravemente feriti. In particolare, secondo quanto è stato possibile apprendere, uno avrebbe perso alcune dita di un piede, un altro avrebbe subito la parziale amputazione delle gambe e il terzo un’emorragia interna. Subito sono stati evacuati con elicotteri americani della coalizione anti-Isis in un ospedale militare da campo a Baghdad e, appena possibile, verranno trasferiti in Italia. L’attentato contro i militari italiani - secondo quanto appreso dall’Ansa - è avvenuto intorno alle 11 locali, nella zona di Suleymania, nel Kurdistan iracheno. Ad essere coinvolti sono stati i commandos della task force presente in quell'area, che stava svolgendo un’attività di supporto ad una unità di forze speciali dei Peshmerga. I cinque feriti, sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, sono tre incursori della Marina (appartenenti al Goi, il Gruppo operativo incursori) e due dell’Esercito (9/o Col Moschin). Le famiglie sono state informate. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è stato prontamente messo al corrente dell’evento dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, e segue con attenzione l'evolversi della situazione. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appresa la notizia del gravissimo attentato contro il contingente militare italiano in Iraq, ha fatto pervenire al Ministro della Difesa, onorevole Lorenzo Guerini, e al capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, un messaggio di solidarietà per i militari rimasti feriti. Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, informato tempestivamente dal Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha espresso vicinanza ai militari feriti, che stanno ricevendo in queste ore le cure mediche, e alle loro famiglie. Intanto, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per attentato con finalità di terrorismo e lesioni gravissime; le indagini saranno affidate ai carabinieri del Ros. Un attentato che ricorda quello, gravissimo, accaduto il 12 novembre 2003, a Nassiriya che fece 28 morti, dei quali 19 italiani e nove iracheni. I militari italiani sono in Iraq nel quadro della missione Prima Parthica, che opera nell’ambito dell’operazione internazionale per fornire assistenza e addestramento alle forze irachene che stanano le ultime, mai completamente sopite, realtà del Daesh, l’autoproclamato Califfato. L’Iraq è ancora tutt'altro che pacificato e in queste ultime settimane ci sono manifestazioni antigovernative che sono le più imponenti dal 2003, quando il regime di Saddam Hussein crollò dopo l’intervento militare Usa. I manifestanti e le forze di sicurezza si sono scontrati anche nelle ultime ore nel centro della capitale, trasformato in un campo di battaglia saturo di gas lacrimogeni. Da settimane la tensione è altissima, la disobbedienza paralizza strade, infrastrutture petrolifere e amministrazioni; e la protesta si va sempre più canalizzando contro Teheran, percepito come un a presenza ingombrante per le continue interferenze nella politica interna. L’ondata di manifestazioni e violenze, cominciata l'1 ottobre, per chiedere la caduta di un governo considerato corrotto e incompetente, ha causato più di 300 morti.

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