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Ritorna in Italia il bimbo portato in Siria dalla madre foreign fighter

Un'immagine distribuita dai Ros

L’undicenne di origine albanese ma nato in Italia ritrovato in Siria, viveva nell’'area orfani' di Al Hol, il campo profughi nel nord est del paese sotto il controllo dei curdi che ospita oltre 70mila persone, prevalentemente le compagne e i figli dei combattenti jihadisti dell’Is morti o in prigione. Il bambino è stato prelevato dal campo con un’operazione non priva di rischi, che ha coinvolto anche la Croce Rossa e la Mezzaluna rossa, e trasferito fino a Damasco da dove poi ha raggiunto il confine con il Libano. Qui è stato preso in carica da un funzionario dello Scip che, insieme a uomini della Cri, del Ros e ad alcuni funzionari del governo albanese, lo ha condotto all’ambasciata italiana a Beirut dove si trova in attesa di partire con un volo per l’Italia.

La madre del bambino, Valbona Berisha, si era radicalizzata via web in Italia e nel 2014 aveva raggiunto la Siria per combattere come foreigh fighter accanto alle milizie dello stato islamico. Ad agosto lo Scip e il Ros - titolare dell’indagine sul sequestro su cui era stato emesso un mandato di arresto europeo a carico della Berisha - hanno avuto l’informazione che la donna morta durante un combattimento e che il bambino si trovava nel campo. Per verificare che si trattasse effettivamente di lui è stata coinvolta la Polizia Scientifica: gli esperti hanno effettuato un esame di comparazione fisionomica arrivando alla quasi certezza che si trattasse proprio di lui, grazie anche all’individuazione di una malformazione all’orecchio destro di cui aveva parlato il padre.

Il 10 settembre scorso, su autorizzazione della procura di Milano, è stata diramata dall’Interpol una yellow notice di rintraccio del minore e il Gip di Milano ha chiesto di sentire in modalità protetta il bambino, una volta in Italia.

A quel punto è partita una lunga operazione per riportare in Italia il bambino e che ha coinvolto anche la Farnesina e i ministeri degli esteri e dell’interno albanese: il minore e suo padre hanno infatti un regolare permesso di soggiorno italiano ma sono cittadini albanesi. Lo Scip ha chiesto l’aiuto della Croce Rossa, unica ad operare presso il campo Al Hol, che si è subito attivata con la Mezzaluna Rossa, riuscendo ad identificare il bambino e a trasportarlo fino al confine con il Libano.

(ANSA)

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