«Una riapertura dell’accordo di recesso deve essere esclusa». Lo ha detto la portavoce della Commissione, Mina Andreeva, rispondendo a una domanda sulla promessa di Jeremy Corbyn di negoziare un nuovo accordo se il partito Laburista vincerà le elezioni del 12 dicembre nel Regno Unito. «La proroga è stata concessa al Regno Unito per ratificare l’accordo negoziato negli ultimi anni», ha spiegato la portavoce della Commissione. Intanto è polemica in Gran Bretagna sulla data della Brexit mancata che sarebbe dovuta cadere proprio oggi, 31 ottobre. Boris Johnson - che per mesi aveva indicato quella scadenza come invalicabile a costo di doversi far ritrovare «morto in un fosso», ma che è stato poi costretto dal Parlamento uscente ad accettare la nuova proroga concessa dall’Ue fino al 31 gennaio 2020 - ha accusato stamane il leader laburista Jeremy Corbyn, suo primo rivale nel voto politico anticipato fissato per il 12 dicembre, d’essere colpevole dell’ulteriore rinvio. «Oggi sarebbe dovuto essere il giorno della Brexit... ma malgrado l’eccellente accordo da me concluso con l’Ue, Jeremy Corbyn si è opposto, insistendo per avere altra indecisione, altra dilazione, altra incertezza», ha detto il premier Tory, già in modalità tour elettorale, a margine di una visita a un ospedale, una scuola e una stazione di polizia. Secca la risposta di Corbyn via Twitter: «Boris Johnson ha promesso per mesi l’uscita dall’Ue oggi. La sua incapacità è solo e unicamente responsabilità sua»