È tregua sui dazi dopo una prima intesa con la Cina, annunciata alla Casa Bianca dal presidente Donald Trump. «Siamo arrivati alla fase uno di un accordo sostanzioso», ha dichiarato il miliardario, dopo aver incontrato il vice presidente cinese Liu He, al termine della due giorni di negoziati a Washington. Congelati gli aumenti tariffari del 5% su 250 miliardi di beni cinesi importati negli Usa che sarebbero altrimenti scattati dal prossimo 15 ottobre.
La parziale intesa, che sarà scritta nelle prossime settimane, comprende i servizi finanziari, i prodotti agricoli e progressi sul contenzioso relativo alla proprietà intellettuale. La Cina ha acconsentito all’acquisto di prodotti agricoli statunitensi per 40-50 miliardi di dollari, alleviando così la pressione sui produttori Usa che più di tutti hanno risentito della guerra commerciale tra i due giganti economici. Il nodo Huawei sarà affrontato separatamente e anche sulla designazione della Cina come Paese manipolatore di valuta da parte degli Usa, le discussioni proseguiranno. Incerto l’esito degli altri aumenti tariffari del 15% previsti da metà dicembre su 156 miliardi di dollari di importazioni dalla Cina.
Trump ha lasciato intendere che «la fase uno dell’accordo» potrebbe essere firmata a novembre quando incontrerà il presidente cinese Xi Jinping in Cile, al vertice di cooperazione Asia-Pacifico (Apec). I negoziati sulle fasi successive, ha indicato l’inquilino della Casa Bianca, riprenderanno dopo la firma sulla prima fase. Wall Street ha brindato all’intesa ma archiviando la seduta di venerdì sotto i massimi trattandosi di un accordo parziale. «Negoziati positivi», li ha definiti il vice presidente cinese Liu He.
Erano oltre due mesi che le parti non si sedevano al tavolo e all’inizio della settimana gli Usa hanno inserito nella lista nera 28 entità cinesi, compresi gli uffici pubblici per la sicurezza e il produttore di tecnologie per la sorveglianza Hikvision, accusando Pechino di violazione dei diritti umani contro le minoranze come gli uiguri. Washington ha inoltre imposto restrizioni sui visti di funzionari cinesi e Pechino ha fatto sapere di pianificare una mossa analoga.
Annunciando l’intesa su dazi, con Liu seduto di fronte a lui nello Studio Ovale, Trump ha detto di non aver tirato in ballo Joe Biden durante le trattative. «Non ho parlato di Joe Biden. La Cina può fare quello che vuole con i Biden. Dobbiamo indagare sulla corruzione ma no, non ne ho parlato», ha dichiarato Trump, precisando di essere serio. Era stato il presidente Usa - che rischia l’impeachment per aver fatto pressioni su Kiev affinchè indagasse su Biden e sul figlio Hunter - a chiedere pubblicamente alla Cina di aprire un dossier su di loro, accusandoli di corruzione.
(AGI)
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