L’'Ucrainagate' miete la prima vittima. Si è dimesso l’inviato speciale Usa in Ucraina, Kurt Volker, coinvolto nello scandalo che ha portato i democratici ad avviare un’inchiesta sul possibile impeachment del presidente Donald Trump. Volker è stato chiamato a deporre in Congresso giovedì prossimo perché è stato menzionato nella denuncia della talpa dell’intelligence Usa come colui che avrebbe aiutato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a «gestire» le richieste di Trump sull'apertura di un’indagine da parte di Kiev per gettare fango su Joe Biden e intralciare la sua corsa alla Casa Bianca. I democratici ritengono che Trump abbia congelato gli aiuti militari all’Ucraina, usandoli come leva nei confronti di Kiev. Ad anticipare la notizia delle dimissioni di Volker è stato il giornale State Press dell’università dell’Arizona dove dal 2012 il diplomatico dirige il McCain Institute, dedicato agli studi sulla sicurezza nazionale. Come confermato dal dipartimento di Stato americano, Volker aveva anche messo in contatto il legale personale di Trump, Rudy Giuliani, con un alto collaboratore del leader ucraino, Andriy Yermak. Sempre Volker avrebbe fatto a sapere a Giuliani che «era andata bene» la telefonata dello scorso 25 luglio quando Trump chiese a Zelensky di indagare su Biden. Volker è un veterano della diplomazia Usa. E’ stato ambasciatore presso la Nato con il presidente George W. Bush e poi Trump nel 2017 gli ha affidato le politiche in Ucraina con un accordo inusuale che gli ha consentito di mantenere il suo incarico universitario. (AGI)