Uccisi a bastonate: sono morti così Roshni e Havinash, due cugini di 11 e 12 anni, un maschio e una femmina, che ieri mattina, all'alba, mentre camminavano per raggiungere il villaggio dei nonni, nel distretto di Shivpuri, in Madhya Pradesh, si sono fermati dietro una casa, per fare i loro bisogni, all'aperto. Due uomini, inferociti, si sono scatenati su di loro e li hanno ridotti in fin di vita, prima che gli altri abitanti del villaggio potessero intervenire in loro difesa. Gli assassini, due fratelli cinquantenni, sono stati arrestati dalla polizia, arrivata sul luogo poco dopo. L'atroce episodio ha messo in allarme la fetta di opinione pubblica indiana più sensibile e preoccupata, che ha subito parlato dell'ennesimo episodio di linciaggio: i due bambini uccisi appartenevano, infatti, alla casta dei Dalit, gli intoccabili, un tempo chiamati anche paria, la casta considerata più bassa della gerarchia hindù; gli assassini, invece, i due fratelli Hakim Singh Yadav e Rameshwar Yadav, sono di una casta ritenuta superiore, gli Yadav. L'ispettore di polizia Rajesh Singh Chandel, che ha arrestato gli uomini, ha spiegato ai giornalisti che in quel distretto gli Yadav sono la maggioranza, ma che non ci sarebbero mai stati momenti di tensione tra i due gruppi; mentre alcuni abitanti del villaggio hanno affermato che uno dei due assassini sarebbe in cura per una forma di infermità mentale. Secondo il quotidiano Times of India l'uomo avrebbe dichiarato: "È stato un dio a ordinarmi di farlo: mi si è presentato in sogno e mi ha detto di uccidere i demoni". Ma la preoccupazione nel paese resta altissima: la vicenda ha conquistato i titoli di testa perché sintetizza due elementi di forte arretratezza delle aree rurali del paese, ovvero della parte più estesa del territorio indiano: odio di casta e pregiudizio verso l'uso delle toilette. Il secondo tratto inquietante della vicenda consiste, infatti, nella causa che ha scatenato della furia: i due bambini stavano seguendo un'abitudine secolare, ancora molto diffusa nel paese, nonostante l'impegno del governo Modi per cancellarla. Il Premier indiano è stato premiato proprio ieri, a New York, dalla Fondazione Bill e Melinda Gates per il programma nazionale Swachh Bharat che si prefigge di dare a tutte le famiglie indiane una toilette, anche nelle aree più remote. Ma fuori dalle città, nelle quali il programma di Modi ha riscontrato un indubbio successo, gli indiani più legati alle tradizioni restano diffidenti verso chi li invita a non usare i campi, o le strade, per liberarsi: molti insistono nella convinzione che chiudersi in una toilette sia malsano e porti malattie.