L’acqua contaminata della centrale atomica di Fukushima, colpita dallo tsunami del 2011, potrebbe finire nell’oceano Pacifico per mancanza di spazio nelle strutture di stoccaggio di Tokyo Electric Power Company Holdings (Tepco). Lo ha dichiarato il ministro della Protezione Ambientale giapponese, Yoshiaki Harada, nel corso di una conferenza stampa.
"L'unica opzione sarà scaricarla in mare e diluirla", ha detto, "l'intero governo ne discuterà, ma vorrei dare la mia semplice opinione".
La proposta di versare l’acqua contaminata in mare era stata avanzata il mese scorso da Tepco, che aveva avvertito che non avrebbe avuto più spazio per stoccarla entro il 2022: a fine luglio scorso, Tokyo Electric Power aveva raccolto 1,15 milioni di tonnellate di acqua contaminata.
L’acqua proveniente dalla centrale è stata ripulita delle sostanze più radioattive, ma contiene il trizio, ha spiegato Tepco, un isotopo dell’idrogeno considerato relativamente innocuo, e che viene comunemente rilasciato in mare dalle centrali nucleari.
L’ipotesi dello sversamento nell’oceano ha però irritato i residenti della zona e i pescatori e potrebbe avere ripercussioni anche nei rapporti con i Paesi dell’area, a cominciare dalla Corea del Sud, con cui i rapporti sono al punto più basso da decenni. Seul il mese scorso ha convocato un alto funzionario dell’ambasciata giapponese per ricevere spiegazione riguardo ai piani di smaltimento. AGI
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