«Siamo tutti preoccupati per i vasti incendi che si sono sviluppati in Amazzonia. Preghiamo perché, con l’impegno di tutti, siano domati al più presto. Quel polmone di foreste è vitale per il nostro pianeta». Lo ha detto papa Francesco al termine dell’Angelus.
Il Papa durante l'Angelus ha esteso il suo monito agli 'operatori di ingiustizia', Dio ci riconoscerà «non attraverso i nostri titoli, ma per una vita umile e buona, una vita di fede che si traduce nelle opere», sottolineando che occorre «spendere la nostra vita per il bene dei fratelli, lottare contro ogni forma di male e di ingiustizia».
Il Pontefice ha ripreso il brano del Vangelo in cui Gesù con una parabola spiega chi potrà salvarsi e avere la vita eterna. «C'è un padrone di casa, che rappresenta il Signore. La sua casa simboleggia la vita eterna, la salvezza. E qui ritorna l’immagine della porta. Gesù dice: 'Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta dicendo: 'Signore, apricì. Ma egli vi risponderà: 'Non so di dove sietè. Queste persone - afferma Francesco - allora cercheranno di farsi riconoscere, ricordando al padrone di casa di aver mangiato e bevuto con lui e di aver ascoltato i suoi insegnamenti in pubblico. Ma il Signore ripeterà di non conoscerli, e li chiama 'operatori di ingiustizià. Ecco il problema! Il Signore ci riconoscerà non per i nostri titoli, ma per una vita umile e buona, una vita di fede che si traduce nelle opere».
«Per noi cristiani - aggiunge il Papa -, questo significa che siamo chiamati a instaurare una vera comunione con Gesù, pregando, andando in chiesa, accostandoci ai Sacramenti e nutrendoci della sua Parola. Questo ci mantiene nella fede, nutre la nostra speranza, ravviva la carità. E così, con la grazia di Dio, possiamo e dobbiamo spendere la nostra vita per il bene dei fratelli, lottare contro ogni forma di male e di ingiustizia. Ci aiuti in questo la Vergine Maria. Lei è passata attraverso la porta stretta che è Gesù. Lo ha accolto con tutto il cuore e lo ha seguito ogni giorno della sua vita, anche quando non capiva, anche quando una spada trafiggeva la sua anima. Per questo la invochiamo come 'Porta del cielo'; una porta che ricalca esattamente la forma di Gesù: la porta del cuore di Dio, esigente, ma aperto a tutti».
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