Oltre un migliaio di insegnanti è sceso in piazza, sfidando la pioggia battente, per dare il via a un nuovo weekend di manifestazioni anti-governative a Hong Kong, tra i timori degli attivisti che la polizia possa mettere in atto metodi più severi per sedare le proteste, in corso ormai da 11 settimane.
La manifestazione degli insegnanti, vestiti di nero come gli attivisti del movimento pro-democrazia, aveva l’autorizzazione della polizia ed è stata pacifica. A organizzarla, il 'Sindacato degli insegnanti professionisti di Hong Kong' sotto lo slogan "Salvaguardare la prossima generazione, facciamo parlare la nostra coscienza".
L’evento era in solidarietà coi giovani e gli studenti che stanno animando le proteste di piazza, nate per dire no alla proposta legge sull'estradizione in Cina e poi continuate per denunciare le violenze della polizia e quella che sostengono sia l’erosione, attuata da Pechino, del principio 'un Paese, due sistemi' su cui si è basato il passaggio di Hong Kong dalla Gran Bretagna alla Cina.
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Gli insegnanti si sono radunati al Chater Garden prima di marciare verso la Casa del governo, residenza della chief executive di Hong Kong, Carrie Lam, come riporta il South China Morning Post. "La polizia di Hong Kong conosce la legge e la viola", è stato uno degli slogan del corteo.
Per oggi sono attese altre due manifestazioni autorizzate, tra cui quella attraverso il quartiere Kowloon, popolare tra commercianti e turisti dalla Cina continentale. Per domani, invece, a convocare un’altra protesta è stato il gruppo pro-democrazia, Civil Human Rights Front. "Sentiamo che le tensioni stanno crescendo, come pure il livello dello stress", avevano dichiarato alle agenzia internazionali alcuni manifestanti in prima fila nelle proteste all’aeroporto di Hong Kong questa settimana.
La polizia ha effettuato circa 750 arresti dall’inizio delle proteste a giugno e ha incriminato alcuni dei manifestanti per "sommossa", reato perseguibile con 10 anni di carcere. Finora la polizia dell’isola ha evitato di usare i blindati. La Cina ha dispiegato truppe, per esercitazioni, nella confinante città di Shenzen e ha intimato a manifestanti e governi stranieri, Usa in primis, di "non giocare col fuoco". AGI
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