La procura svedese ha chiesto l’arresto per Julian Assange con l’accusa di violenza sessuale: il primo passo per la richiesta di estradizione dal Regno Unito. Lo scorso 13 maggio gli inquirenti svedesi avevano riaperto il caso per le accuse di stupro contro il fondatore di WikiLeaks, che si trova agli arresti in Gran Bretagna dopo l'espulsione dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra che gli aveva dato asilo. Il fascicolo scandinavo era stato chiuso nel 2017, date le difficoltà di sentire Assange allora rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Ma dopo la revoca dell’asilo e la cattura da parte della autorità britanniche, Stoccolma è tornata sui suoi passi. Anche a costo d’entrare in competizione con Washington, che dà la caccia alla primula rossa del web sin da quando, quasi 10 anni fa, WikiLeaks contribuì alla diffusione di materiale d’archivio imbarazzante del Pentagono e di altre istituzioni (con documentazione di crimini di guerra commessi in Iraq o Afghanistan) e che per il momento l’accusa di "complicità in pirateria informatica" con la talpa Chelsea Manning. L’annuncio della mossa svedese è arrivato sotto i riflettori delle telecamere durante una conferenza stampa tenuta dalla procuratrice aggiunta di Stoccolma, Eva-Marie Persson. La scelta di archiviare l’indagine nel 2017 era legata agli ostacoli procedurali connessi con la condizione di rifugiato di Assange, "non a una mancanza d’indizi", ha sostenuto l’inquirente. ANSA