Cresce il bilancio dell’attentato al mercato ortofrutticolo di Quetta, capoluogo del Belucistan, considerata la più instabile delle provincia del Pakistan: i morti sarebbero almeno 16, mentre la conta dei feriti attualmente arriva a 30. A quanto afferma il capo della polizia locale, Mohsin Butt, tra le vittime 8 appartenevano alla minoranza sciita degli hazara e uno dei morti era un moembro delle forze di sicurezza. Le altre vittime erano persone che lavoravano al mercato. Attualmente, non si registra ancora nessuna rivendicazione. Un ufficiale di polizia ha raccontato che il mercato era molto affollato al momento dell’esplosione, che si è verificata nelle prime ore del mattino. Le testimonianza parlano di una scena da guerra aperta, con sangue dappertutto e corpi dilaniati, mentre i feriti chiedevano aiuto. «Stavo caricando un furgone e ho sentito un’enorme 'bang'. Ho sentito la terra tremare sotto di me, ho creduto di cadere», ha detto Irfan Khan, intervistato dall’Afp in un ospedale di Quetta, dove è stato curato per ferite minori. «C'era molto fumo nero e non potevo vedere nulla. Si sentiva odore carne bruciata», ha aggiunto. Il Belucistan, che si al confine tra Iran e Afghanistan, è il crocevia di una gran quantità di traffici, e sempre qui sono attivi diversi gruppi armati estremisti e separatisti. Circa 500 mila dei complessivi 2,3 milioni di abitanti di Quetta sono hazara. Questa comunità sciita è regolarmente bersaglio di attacchi, tanto che la polizia e le forze paramilitari sono da tempo incaricate di garantire la sicurezza al mercato, frequentato prevalentemente dagli hazara. Omar Waraich, vice direttore della Amnesty International per l’Asia meridionale, parla di «un doloroso promemoria delle minacce che la comunità Hazara continua ad affrontare a Quetta. Il governo del premier Imran Khan deve impegnarsi per porre fine a più di un decennio di carneficina contro questa comunità». A detta delle autorità di Islamabad, nonostante questo attacco, la sicurezza nel Paese sarfebbe in realtà migliorata significativamente negli ultimi anni: i 1.131 morti in seguito a violenze estremiste, politiche o criminali nel 2018 rappresentano un calo di oltre l’80% rispetto alle vittime del 2015. (AGI)