Sono giorni ad alta tensione in Libia. Il premier libico riconosciuto Fayez al Sarraj ha accusato il generale Khalifa Haftar di "tradimento" in un discorso televisivo sabato. "Abbiamo steso le nostre mani verso la pace - ha detto al-Sarraj - ma dopo l'aggressione da parte delle forze di Haftar e la sua dichiarazione di guerra contro le nostre città e la nostra capitale non troverà nient'altro che forza e fermezza". Il paese rimane nel caos: le forze di Haftar hanno annunciato di aver decretato una no-fly zone ad ovest. Scontri si sono registrati a 12 km da Tripoli. Le forze del governo provvisorio di Sarraj, intanto, rivendicano la riconquista dell'aeroporto, ma la notizia viene smentita dall'esercito di Haftar. È grande la preoccupazione da parte dell'Onu. Intanto, il Comando militare americano in Africa sta riorganizzando la presenza del proprio personale in Libia, richiamando un contingente. Lo afferma un comunicato stampa dello stesso comando, reperibile sul sito. "La sicurezza sul terreno sta diventando sempre più complicata e imprevedibile - ha spiegato il generale dei Marine Thomas Waldhauser - e anche questi aggiustamenti continueremo a manterere la flessibilità utile alla strategia americana". La missione americana in Libia, prosegue la nota, è costituita da aiuto militare alle missioni diplomatiche, attività antiterrorismo e miglioramento della sicurezza nella regione. Il Comando, assicura la nota, "resta impegnato affinchè la Libia diventi stabile e sicura", ma "sta conducendo una prudente pianificazione militare nel tempo stesso in cui verifica le condizioni di sicurezza. Il Comando continuerà a monitorare quanto accade sul terreno in Libia, e accertare la fattibilità per una rinnovata e adeguata presenza militare".