Caos Brexit: la Camera dei Comuni britannica boccia ancora una volta con 344 no contro 286 sì l'accordo della premier Theresa May, condannandolo in modo ormai definitivo. Con questo voto decade l'offerta dell'Ue di una proroga del divorzio dal 29 marzo al 22 maggio e resta in piedi solo un mini rinvio limitato al 12 aprile.
Il governo è stato battuto questa volta con 58 voti di scarto, molto meno rispetto alle due occasioni precedenti (la prima a gennaio quando il gap record rimediato era stato di meno 203). Tuttavia il risultato resta ben al di sotto delle aspettative di qualche ministro di un testa a testa e rappresenta uno smacco ulteriore per la May.
A questo punto la palla torna lunedì al Parlamento, con la seconda fase dei 'voti indicativi' su possibili piani B alternativi. Un'operazione frustrata due giorni fa da un primo risultato negativo - con veti incrociati e un numero di no superiore a quello di sì su ciascuna delle 8 opzioni presentate - ma che potrebbe riportare a galla le soluzioni andate più vicine alla maggioranza: con in pole position quella per una Brexit soft con permanenza del Regno nell'unione doganale e di rincalzo quella su un pur problematico referendum confermativo.
Nel frattempo, comunque, l'orologio continua a correre. L'Ue, dunque, si prepara a un vertice consapevole che a questo punto - come detto - la scadenza secca è per il 12 aprile: data entro la quale, in mancanza di accordo ratificato, il governo britannico dovrà chiedere un rinvio prolungato ancorato a una proposta di soluzione nuova o una svolta politica, oppure disporsi al temuto divorzio senz'accordo (no deal).
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