C'è un arresto della polizia di New York nell'ambito delle indagini sull'uccisione di Francesco Calì, Frank come era conosciuto nell'ambiente, 53 anni, il boss della potente famiglia mafiosa Gambino ammazzato nei giorni scorsi.
In manette è finito Anthony Comello, 24 anni, residente del luogo, accusato di aver preso parte all'agguato anche se restano aperti ancora molti interrogativi: il movente, se ha agito per conto di altre persone, se aveva complici.
Il boss della famiglia Gambino, è stato ucciso da sei colpi di pistola davanti alla sua villa in collina di Staten Island, nel quartiere residenziale di Todt Hill con vista mozzafiato sul ponte di Verrazzano e una delle location del film cult 'Il Padrino'. I killer, prima di fuggire, sono passati sopra il suo corpo con un pickup blu.
Faceva una vita da fantasma, lontano dalle luci dei riflettori. Ma questo non è bastato per sfuggire ai suoi sicari. Nel mondo della criminalità organizzata italoamericana della Grande Mela è stato il primo omicidio eccellente da oltre 30 anni. L'ultimo fu quello del leggendario padrino John J. Gotti, nel 1985 davanti a un ristorante di Manhattan.
Lo stile di Calì, 53 anni, era diametralmente opposto a quello di Gotti, che amava l'eleganza, lo sfarzo e fare la bella vita in una New York degli anni '80 dove era lui a comandare nella famiglia Gambino, dopo aver fatto fuori lo storico boss Paul Castellano.
Calì per i "picciotti" siciliani era "O Frankie", i clan d'oltreoceano preferivano chiamarlo "Frankie boy". Gli inquirenti italiani ne intuirono il "peso" all'interno della famiglia mafiosa Gambino di New York oltre 10 anni fa, quando nell'inchiesta "Old Bridge" lo arrestarono a casa dell'amante in un appartamento di Long Island. Una ascesa rapidissima e tanti soldi, poi la scelta del "basso profilo" degli ultimi tempi e, la notte scorsa, la morte in un agguato mafioso. Era considerato trait d'union tra gli "american" e Palermo.
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