In qualche modo la sua scomparsa prematura era quasi scritta da quel suo febbricitante e ipercinetico modo di stare sul palco, dalla totale identificazione con la maschera che ha definitivamente incarnato il sound più estremo della scena elettronica degli anni '90. Keith Flint, il cantante e ballerino dei Prodigy è stato trovato morto nella sua casa nell'Essex. Aveva 49 anni.
Finora la polizia sembra non aver trovato motivi per considerare sospetto il decesso, anche se è difficile non pensare che abbia qualcosa a che fare con la sua, dichiarata, eccessiva confidenza con le droghe. Proprio nell'Essex, dov'era nato, aveva conosciuto Liam Howlett e Leroy Thornhill: si erano incontrati a un rave party che è stato il terreno su cui è cresciuta la musica elettronica degli anni '80 e '90. In principio Flint è, per dir così, "solo", l'uomo immagine del gruppo che ha in Howlett la vera mente musicale: è un ballerino con uno stile da maratoneta impazzito e con un'immagine che ha la stessa efficacia del clown di "It" di Stephen King. Senza di lui "Smack My Bitch Up", il video folgorante che riassume gli incubi del più oscuro "underworld" londinese, non avrebbe avuto lo stesso effetto.
Gli anni in cui si sviluppa il progetto Prodigy sono l'epoca d'oro della nuova scena elettronica: Fatboy Slim fa ballare il mondo con il Big Beat, i Chemical Brothers portano nelle grandi arene e nei primi posti della classifica il dj set contaminato, mentre a Bristol i Massive Attack e Tricky dettano le regole del trip hop. I Prodigy mescolano tutto questo a una potente anima punk: è proprio per dare spazio a questo atteggiamento che Howlett ha l'intuizione di trasformare anche in un cantante Flint, che si definiva "punk fino al midollo: "Firestarter" è un biglietto di presentazione indimenticabile, ancora oggi senza discussione uno dei brani più iconici del periodo con la sua potenza minacciosa.
Il meglio dei Prodigy può essere riassunto in tre album prodotti in quattro anni, dal 1992 al 1996: "Experience" e soprattutto "Music For Jilted Generation" e "The Fat of the Land", i due capolavori. Nonostante nel nuovo millennio la loro musica non avesse più la stessa forza propulsiva degli anni '90, i Prodigy erano ancora molto attivi, soprattutto sul palco dove Flint continuava a comportarsi come se stesse ballando "sottocassa" a un rave. A novembre era uscito il nuovo album, "No Tourist", titolo di ispirazione punk, che conteneva anche un pezzo scritto da Flint, "Champions of London". A maggio era in programma un nuovo tour. Nessuno aveva pensato che Keith Flint avrebbe smesso di correre così all'improvviso.
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