Lunedì 23 Dicembre 2024

Caos Venezuela, un dissidente di Maduro a Menfi: "Ho lasciato 3 figli"

Sono un migliaio i dissidenti del governo di Nicolas Maduro che nell'ultimo anno si sono stabiliti in Sicilia. Tra loro c'è Indira Meza, di Cumanà, 46 anni, metà dei quali spesi a fare l'avvocato a Caracas, che oggi vive a Menfi, nell'Agrigentino, ospite di una famiglia di connazionali. "Un anno fa ho lasciato il Venezuela perché rischiavo la vita", racconta: "Sono preoccupata per i miei tre figli (una ragazza di 14 e due maschi di 22 e 24), rimasti in Venezuela. Confido che la situazione torni alla normalità e che io possa tornare ad abbracciarli". Uno dei figli recentemente è stato arrestato dalla polizia e poi scarcerato. Da giurista, Indira Meza contesta l'impostazione che la stampa internazionale ha dato sul percorso in atto da parte del presidente dell'Assemblea nazionale Juan Guaidò: "Non è corretto sostenere che si è autoproclamato presidente della Repubblica, perché l'Assemblea nazionale è eletta dal popolo. Lo è anche il potere esecutivo, intendiamoci. Ma il parlamento ha la facoltà di dichiarare il presidente usurpatore del potere e la Costituzione stabilisce che da quel momento la presidenza ad interim della Repubblica spetti al capo dell'Assemblea". Per l'avvocato quello di Maduro è un regime non democratico: "Un governo che manda in carcere i suoi oppositori non ha interesse a garantire i diritti di tutti. Il Paese è in gravissima emergenza economica, l'inflazione è a un milione per cento l'anno, il salario minimo è di appena 4 dollari al giorno, tanta gente è costretta a cercare da mangiare tra la spazzatura; mancano le medicine, e si può morire anche solo per una diarrea o per un raffreddore. La comunità internazionale non deve abbandonarci, confido che il tentativo di mediazione chiesto a Papa Francesco vada a buon fine". Per Indira Meza la soluzione della crisi non è certo l'intervento militare, ma il dialogo. E la normalizzazione potrà avvenire "solo attraverso nuove elezioni, ma alla presenza di osservatori internazionali".

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