Migranti della Sea Watch da 17 giorni in mare rifiutano cibo, l'Ue: "Lavoriamo per una soluzione"
"Stiamo consumando i telefoni. Ci sono stati intensi contatti anche durante il fine settimana" per trovare una soluzione in tempi veloci. Così il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas sulla vicenda delle navi Sea Watch e Sea Eye. «Nel pomeriggio la Commissione Ue informerà gli Stati sulla situazione, durante la riunione degli ambasciatori dei 28. Il commissario Avramopoulos sollecita maggiore solidarietà degli Stati membri», ha aggiunto il portavoce. "Accogliamo con favore le parole di Papa Francesco che pubblicamente ha chiesto che si trovi una via d’uscita il prima possibile", ha continuato il portavoce dell'Ue. Alcuni migranti a bordo della nave di Sea Watch da ormai 17 giorni hanno iniziato a rifiutare il cibo. E' quanto afferma la stessa Ong tedesca in un tweet ribadendo il timore che «il loro stato psicologico e di salute possa peggiorare sensibilmente». «A bordo di SeaWatch stiamo registrando episodi di persone che rifiutano il cibo - scrive l’organizzazione non governativa - Non possiamo credere che tutto questo stia accadendo a poche miglia dalle coste europee». «Resistono come noi non saremo mai in grado di fare, aiutandosi le une con le altre - dice ancora Linardi - ma le condizioni meteo sono in peggioramento e molti di loro sono allo stremo delle forze». Stessa situazione sulla "Professor Albrecht Penck", la nave di Sea Eye: acqua razionata, un solo bagno per 17 persone, niente abiti per cambiarsi e materassi per dormire. «Se continua così - conferma il capo delle operazioni a bordo Jan Ribbeck - dovremo presto chiedere a Malta il sostegno e il rifornimento delle nostre forniture. Anche i nostri rifornimenti di carburante sono finiti».