Cherif Chekatt, il presunto attentatore di Strasburgo, avrebbe detto di aver «ucciso per vendicare i fratelli morti» in Siria: è quanto scrive il quotidiano Le Parisien, citando una testimonianza del conducente del taxi su cui il terrorista è fuggito dopo la mattanza in centro.
Sempre secondo il giornale, Chekatt ha lasciato libero il tassista solo dopo che questi si è professato «musulmano praticante» e rispettoso della «preghiera».
Sempre secondo Le Parisien, durante la perquisizione in casa sua, i gendarmi hanno trovato dei lacci in plastica (gli inquirenti hanno ipotizzato che potessero servire per rapine in casa), oltre che un’arma di calibro 22, munizioni, coltelli e la granata già citata nei giorni scorsi. Sul posto, nessuna traccia di affiliazione ad una organizzazione estremistica, come la bandiera nera dell’Isis. Sono stati sequestrati alcuni scritti in arabo, attualmente in corso di analisi, precisa Le Parisien, aggiungendo che il 'modus operandi' del killer non lascia dubbi sulla natura terrorista del suo gesto.
Gli esami medici e la videosorveglianza mostrano che ha colpito volontariamente le sue vittime alla testa o alla nuca con un revolver di calibro 8 di vecchia fattura. Mentre sarebbero almeno quattro le persone pugnalate.
Fonti di intelligence citate dall’emittente berlinese RBB rivelano che Chekatt avrebbe ricevuto una telefonata dalla Germania immediatamente prima dell’attentato di Strasburgo. Non è ancora chiaro chi abbia chiamato e perché, riporta l’emittente.
La polizia del Baden-Wuerttemberg, Land vicino alla frontiera francese, ha twittato nella notte che sono proseguite le operazioni di ricerca del presunto attentatore Chérif Chekatt.
Ore di ansia invece per il giovane reporter italiano rimasto ferito nell'attentato, Antonio Megalizzi, che - a quanto detto ieri - non sarebbe operabile per via della posizione grave assunta dal proiettile. «Antonio per il momento resiste e questo potrebbe essere un buon segno», dice la deputata di Fi Michaela Biancofiore.
«Non so se sia operabile in assoluto o se sia una questione di stabilizzazione dopo il trauma. Aspetto notizie dalla famiglia», aggiunge la deputata che è in stretto contatto con la fidanzata di Megalizzi, Luana Moresco. Biancofiore ha pubblicato su Twitter la foto di una candela accesa con l’hashtag «Pray For Antonio. Confidiamo in Dio»
Intanto Strasburgo sembra voler ripartire. Se ieri mattina, all’indomani dell’attentato, era una città semideserta e spettrale, oggi molti negozi hanno riaperto dopo aver tenuto le serrande abbassate per tutta la giornata di ieri. E sembra essere tornata alla routine di tutti i giorni anche la vita dei cittadini.
I tram, intorno alle 8, erano pieni di studenti e lavoratori diretti verso la scuola o l’ufficio. Parlando con le persone, emerge la voglia di lasciarsi alle spalle un brutto ricordo. «Sono stati giorni orribili - dice un ragazzo con lo zaino prima di entrare al liceo - ma ora bisogna ricominciare».
Le luminarie natalizie sono state spente nella notte in segno di lutto «ma oggi bisogna ripartire - spiega Pierre Bardet, il direttore generale delle vetrine di Strasburgo, la persona che si occupa di tutte le luci natalizie -, non bisogna dare ragione ai terroristi, bisogna che Strasburgo viva e che tutti vivano».
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