Le notizie sulla sparatoria nel centro di Strasburgo colgono gli eurodeputati a fine serata, quando ancora proseguono i lavori in Aula ed altri hanno invece deciso di lasciare il palazzo per andare a cena.
Ma ad accoglierli all'uscita ci sono le porte chiuse dell'Eurocamera. La sicurezza ha infatti blindato il Palazzo e non lascia entrare o uscire nessuno. Costretti dentro l'edificio anche i giornalisti che dalla sala stampa seguono il via vai delle notizie.
Poi l'intervento in Aula del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che interrompe il dibattito in corso per informare gli eurodeputati "che c'è stato un attentato a Strasburgo. Abbiamo chiuso il Parlamento, nessuno può uscire e stiamo facendo rientrare i parlamentari che vogliono entrare e partecipare al dibattito".
Nella sala stampa si precisa che "il Parlamento europeo non è stato teatro dell'attacco". Ma la tensione cresce sia tra i giornalisti che si affollano cercando conferme su quanto accaduto, tra telefonate ai colleghi in giro per la città, sia trai i vari eurodeputati che si trovavano dentro il palazzo.
E anche tra gli eurodeputati c'è una certa tensione palpabile, come spiega Mara Bizzotto della Lega. "Stavo raggiungendo un collega che era insieme a dei visitatori veneti, ma lui mi ha chiamato e mi ha detto di rimanere qui perché era successo qualcosa - racconta -, insomma un po' di paura è tornata, pensavamo di avere dimenticato gli attentati".
"Sono molto scossa - aggiunge l'eurodeputata Od Patrizia Toia - perché si rivela una vulnerabilità dei nostri paesi. Noi stavamo discutendo su un rapporto sul terrorismo e mentre ne parlavamo è arrivata la notizia dell'attentato. Finché non ci diranno di uscire resteremo qui".
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