«L'ordine di uccidere Khashoggi è arrivato dal più alto livello del governo saudita». È l’accusa lanciata dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan dalle colonne del Washington Post. Nell’editoriale, il leader sottolinea di essere convinto che il re saudita Salman, il padre del principe Mohammed, non sia coinvolto e che tra Turchia e Arabia Saudita ci sono «rapporti amichevoli».
L’editoriale sul Washington Post è l'accusa più diretta da parte di Erdogan contro i vertici saudita ed arriva proprio ad un mese dall’assassinio del giornalista dissidente. «Non credo assolutamente che il re Salman, il custode delle sante moschee, abbia ordinato di uccidere Khashoggi», scrive il presidente turco definendo l'uccisione «inspiegabile».
La «lunga amicizia» tra Turchia e Arabia Saudita, continua l'editoriale, «non ci farà chiudere gli occhi davanti ad un omicidio premeditato». «il rifiuto del procuratore saudita di cooperare con l’indagine turca e di rispondere a semplici domande è molto frustrante», conclude Erdogan.
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