Non si ferma la lunga scia di morte lasciata dallo tsunami e il terremoto in Indonesia. Sono oltre 1.200 i cadaveri trovati finora sull'isola indonesiana di Sulawesi. Lo ha riferito una delle principali ong indonesiane. "In totale sono stati trovati 1.203 copri, ma alcuni non sono ancora stati identificati o recuperati", ha detto Insan Nurrohman, vice presidente di Aksi Cepat Tanggap. Intanto cresce anche l'allarme sicurezza perché sarebbero 1.200 i detenuti sono evasi da tre diverse prigioni in Indonesia, che avrebbero approfittato del terremoto che ha colpito l'isola. Lo ha annunciato il governo. Una responsabile del ministero della Giustizia, Sri Puguh Utami, ha indicato che i prigionieri hanno trovato il modo di fuggire dai penitenziari sovraffolati di Palu e Donggala. Intanto le autorità temono che il bilancio dei morti sia destinato a crescere perché alcune zone non sono ancora state raggiunte dai soccorsi. Il presidente indonesiano Joko Widodo "ci ha autorizzato ad accettare l'aiuto d'urgenza internazionale per rispondere al disastro", ha dichiarato Tom Lembong, un responsabile di governo, mentre decine di agenzie umanitarie e organizzazioni non governative si sono dette pronte a fornire assistenza d'emergenza dopo la catastrofe cui deve far fronte il governo di Giacarta.