Le vittime di pedofilia che accusano gli uomini di Chiesa "dovrebbero avere un po' di pietà perché hanno una coda molto lunga" e dunque facile da pestare. In altri termini è colpa anche loro.
Una affermazione choc quella del cardinale messicano Sergio Obeso Rivera, che ha commentato così l'ultimo grande scandalo, quello della Pennsylvania, in Usa. Parole che stridono con il duro comunicato diramato ieri sera dalla Santa Sede che ha parlato invece di "dolore e vergogna".
Di "orrori", di crimini che devono essere denunciati e non coperti e che soprattutto non si devono ripetere. In linea con le dichiarazioni del Vaticano, sono quelle arrivate dal presidente della Conferenza episcopale americana, il cardinale Daniel DiNardo. "Mi scuso e chiedo umilmente perdono per ciò che i miei fratelli vescovi e io abbiamo fatto e non abbiamo fatto", ha detto non nascondendo il "fallimento" della leadership episcopale.
"Il risultato è che decine di amati figli di Dio sono stati abbandonati per affrontare da soli gli abusi. Questa è una catastrofe morale". DiNardo ha annunciato un piano per contrastare la piaga degli abusi con il coinvolgimento di laici, esperti e dello stesso Vaticano; sarà sottoposto all'attenzione dell'assemblea dei vescovi a Baltimora a novembre.
"Siamo di fronte a una crisi spirituale che richiede non solo la conversione spirituale ma anche cambiamenti pratici", a partire da nuovi canali per la segnalazione di denunce e una gestione dei casi che veda un maggiore protagonismo dei laici. "Andrò a Roma - annuncia il cardinale - per presentare questi obiettivi e criteri alla Santa Sede".
"L'obiettivo principale è una maggiore protezione contro i predatori nella Chiesa e chiunque li protegga".
In America, intanto, si fanno sempre più pressanti le richieste di dimissioni ad uno dei prelati più in alto grado negli Usa, l'attuale arcivescovo di Washington, cardinal Donald W. Wuerl, che a Pittsburgh fu vescovo per 18 anni, dal 1988 al 2006 e che dal Gran Giurì della Pennsylvania è accusato di presunte coperture di abusi commessi nella sua diocesi all'epoca dei fatti.
Il dossier pedofilia dovrebbe essere tra le questioni che saranno affrontate anche nel prossimo viaggio del Papa in Irlanda, il 25 e 26 agosto. Il pontefice in quei giorni potrebbe infatti incontrare alcune vittime di pedofilia del clero. Lo ha detto monsignor Eamon Martin, presidente dei vescovi irlandesi, in una intervista alla Bbc.
Il vescovo ha detto che resterebbe "sorpreso" se non ci fosse un tale incontro. "Mi piacerebbe pensare che il Papa incontrerà i sopravvissuti agli abusi, ma anche che affronterà questo problema in qualche modo - ha detto Martini - durante la sua presenza tra noi".
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