Il vertice di coalizione, ieri sera in cancelleria a Berlino, avvolto in un’atmosfera enigmatica e senza conclusioni, ha fatto pensare a un flop: le posizioni dei leader del governo tedesco sono rimaste comunque distanti, tanto che stamattina la socialdemocratica Andrea Nahles ha affermato di non poter escludere che si ritorni al voto in Germania. Intanto il braccio di ferro sui respingimenti al confine, che il ministro della Csu Horst Seehofer vuole imporre ad Angela Merkel a partire dalla prossima settimana, dovrebbe avere sviluppi importanti nel weekend. «Entro domenica serve chiarezza», ha affermato il falco bavarese, sottolineando ancora una volta che esista un chiaro problema di strategia, lo scontro è sui contenuti, non elettorale. «La situazione è molto seria», gli ha fatto eco il capogruppo dell’Unione Volker Kauder, che ha però tenuto stretto il filo della speranza. Finché ci si parla c'è la possibilità di sperare in un accordo, è il ragionamento consolatorio fatto di buon mattino. In questo scenario, la prova di forza fra la cancelleria e ministero degli Interni ha trovato un nuovo banco di prova: l’accoglienza dei profughi della Lifeline, sostanzialmente bloccata dal ministro, che non vuole esporre la Germania al problema di «una nave al giorno». Il governo ha continuato a discuterne - «ci sono colloqui in corso», ha affermato Steffen Seibert in mattinata - e dalla Commissione degli interni sono trapelate delle condizioni poste dal falco bavarese, fra cui il sequestro della nave. Poi però il ministro della Csu è comparso davanti al Bundestag per spiegare personalmente che la Germania non accoglierà nessun profugo della Lifeline. Non si vuole creare un precedente, che riproporrebbe la questione su ogni nave. Resta molto alta l’attenzione sul vertice europeo di domani, anche se Angela Merkel ha già detto che non vi sarà un accordo su tutto il pacchetto dell’asilo. Secondo die Zeit, i capi di Stato e di governo sarebbero pronti a venirle incontro, per salvare la Grosse Koalition: da un’anticipazione della bozza delle conclusioni del vertice, emerge che i 28 si sarebbero impegnati a intraprendere «misure legislative e amministrative" per evitare che i migranti registrati in un Paese si trasferiscano in un altro. Ma da Bruxelles emerge una posizione italiana molto dura, con una linea rossa che corre proprio sulla condivisione delle responsabilità sugli sbarchi. La partita in Europa resta aperta, e specularmente quella all’interno del governo tedesco. Senza contare che se Cdu e Csu trovassero la strada comune, anche i socialdemocratici dovrebbero battere un colpo: «Seehofer e la sua Csu propongono qualcosa che avrà un impatto su tutta Europa. Si tratta di un effetto domino - ha detto Nahles oggi per loro -. Mi riteniamo questo modo unilaterale di procedere ai respingimenti come incompatibile con il diritto europeo».