Dopo nove giorni in mare toccano finalmente terra i 629 migranti che da sabato scorso erano a bordo della nave Aquarius. Il primo gruppo di loro, 274 persone, è entrato nel porto di Valencia a bordo di nave Dattilo della Guardia Costiera italiana.
Una volta sbarcati i migranti, entrerà nel porto nave Aquarius che ha a bordo 106 persone, mentre per ultima entrerà Nave Orione della Marina militare italiana con 249 migranti.
Al molo 1 del porto di Valencia sono stati allestiti due grandi tendoni della Croce Rossa dove verrà effettuato il primo screening sanitario per i migranti: chi è in condizioni precarie di salute, le donne incinte e i bambini, verranno portati in ospedale mentre tutti gli altri saranno indirizzati nei diversi centri di accoglienza disposti dalla Generalitat valenciana in tutta la regione.
L'ingresso delle navi è scaglionato di tre ore: una scelta fatta per permettere la migliore assistenza possibile a tutti i migranti dopo giorni in mare. Sulla banchina del molo sono presenti circa 700 giornalisti da ogni parte d’Europa e sono tenuti ad una distanza di circa 200 metri dal punto in cui attraccheranno le navi.
«Vogliamo raggiungere terra, vogliamo solo una casa per riposarci». I migranti a bordo dell’Aquarius lo hanno ripetuto più volte in questi nove giorni in mare agli operatori di Intersos-Unicef che li hanno accompagnati a Valencia.
«Abbiamo dovuto fare di tutto per spiegare loro di non mollare - racconta Sidonie Nsiako, operatrice del Camerun di Intersos a bordo di nave Dattilo della Guardia costiera -. Abbiamo detto loro più volte che il viaggio era lungo, ma alla fine ce l’avrebbero fatta e stamattina, quando hanno visto la città, hanno cantato e ballato. Ringraziavano dio per essere finalmente arrivati».
A bordo di nave Dattilo ci sono 60 minori non accompagnati, 52 maschi e 8 femmine. «Ora sono tranquilli - spiega Sidonie - ma hanno vissuto momenti difficili. Abbiamo dovuto fare di tutto per mantenerli calmi e tenerli occupati, per fare in modo che non pensassero a quello che avevano visto».
Qualcuno hanno raccontato quando sono finiti in acqua; sul gommone c'erano 118 persone, appena hanno visto i soccorsi hanno iniziato a muoversi tutti da un lato e molti sono finiti in mare, due non li hanno mai ripescati. Tra quelli finiti in mare anche un ragazzo che in questi giorni è rimasto sempre in disparte. Poi si è aperto. «Mi ha raccontato - dice Sidonie - che in Libia lo hanno violentato più volte. Era sempre triste e solo, ma ieri finalmente ha iniziato a sorridere».
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